Da gennaio a marzo al Cinema Teatro Impero di Brindisi torna la programmazione pensata per tutti gli appassionati di film di qualità. Ha per titolo “Inverno cinematografico” e si compone di sette titoli una rassegna da non perdere, con ticket d’ingresso a 6 euro intero – 4,5 euro ridotto under 8 e over 65 – per altrettanti week-end all’insegna del cinema d’autore:

un viaggio nella società contemporanea attraverso i temi che più investono il nostro tempo. Apertura del botteghino mezzora prima della proiezione. Ingresso consentito solo con Green Pass Rafforzato e utilizzo obbligatorio della mascherina Ffp2.

Dopo il primo titolo della scorsa settimana, “Una donna promettente” del regista iraniano Asghar Farhadi, la rassegna entra nel vivo sabato e domenica prossimi, e 6 febbraio – spettacoli ore 18 e 20.30 -, con il film “Illusioni perdute”. Considerato da moltissimi studiosi come il migliore romanzo mai scritto da Honoré de Balzac, “Illusioni perdute” è diventato un film grazie al regista e sceneggiatore francese Xavier Giannoli. Il lungometraggio, dopo essere stato presentato in anteprima mondiale al Festival di Venezia 2021, arriva nella storica sala brindisina forte di una buona accoglienza da parte della critica e di un tema capace di essere attuale ai giorni nostri, una critica nei confronti del giornalismo meschino e cialtrone.

La rassegna continua il 12 e 13 febbraio – ore 18 e 20 – con “È andato tutto bene”, film diretto da François Ozon pieno di vita e di amore per la vita, oltre che di ironia e di capacità di ridere e sorridere dell’esistenza anche nei momenti più drammatici. “Ma come fanno i poveri?”, chiede André quando la figlia Emmanuèle lo informa del costo della pratica di suicidio assistito nella clinica svizzera che ha contattato. Una battuta. Breve, sottile, amara. François Ozon sceglie di portare sullo schermo il libro nel quale Emmanuèle Bernheim – scrittrice e sua cosceneggiatrice in più di un film – ha raccontato come si è trovata ad assecondare la richiesta del padre, colpito da ictus, di mettere fine alla propria esistenza.

Quel giorno tu sarai” è il titolo del film in rassegna il 19 e 20 febbraio – ore 18 e 20 – di Kornél Mundruczó e prodotto da Martin Scorsese. Già applaudito fuori concorso all’ultimo Festival di Cannes, il film ruota attorno a una famiglia che attraverso tre generazioni si confronta con l’eredità della Shoah, dalla nascita miracolosa di Éva in un campo di concentramento fino alla vita quotidiana del nipote Jonas e di sua madre nella Berlino multietnica di oggi. Ispirandosi a eventi realmente accaduti, Mundruczó realizza una riflessione potente sulla memoria e l’identità, anche grazie a un cast formidabile e a una messinscena che lascia a bocca aperta per i suoi incredibili piani sequenza.

Il successivo appuntamento è con “America Latina”, dei fratelli Fabio e Damiano D’Innocenzo, in programma il 26 e 27 febbraio – ore 18 e 20. Presentato alla 78° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il thriller psicologico racconta la storia di un uomo apparentemente appagato dallo status raggiunto nella sua vita, che dovrà fare i conti con le proprie paure e ossessioni. Massimo Sisti (Elio Germano) è un dentista di Latina molto apprezzato dai colleghi e dai pazienti: ha una bella famiglia, una moglie e due figlie, e una grande villa. Un giorno come tanti, Massimo scende in cantina per sbrigare alcune faccende ma da quel momento la tranquillità e la felicità che avevano caratterizzato la vita del protagonista saranno soppiantate dall’assurdo.

La rassegna continua con “Una sconosciuta”, per la regia di Fabrizio Guarducci con Sebastiano Somma, in arrivo nel week-end del e 6 marzo – ore 18 e 20Somma sarà presente a entrambi gli spettacoli sabato 5 marzo per presentare il film e incontrare il pubblico. In una città colpita duramente dall’epidemia e dall’isolamento, appare d’improvviso una bellissima donna che nessuno conosce ma da cui tutti rimangono affascinati. L’apparizione della sconosciuta diventa una sorta di appuntamento quotidiano che, ogni volta, cambia delicatamente il sentire e le emozioni di chi la osserva. Lentamente ma in maniera quasi inesorabile, la città torna alla vita e i suoi abitanti riprendono a incontrarsi e a dialogare. Resta in primo piano la figura della sconosciuta che, con la sola sua presenza, condiziona e determina la rinascita della vita cittadina. Ma chi è la misteriosa figura femminile? Quale può essere la sua storia? Quale il suo segreto?

La rassegna si chiude il 12 e 13 marzo – ore 18 e 20 – con “Giulia – Una selvaggia voglia di libertà”, film del regista Ciro De Caro. Giulia è costantemente divisa tra il bisogno di sentirsi a casa e una irrefrenabile voglia di libertà. Quando si ritrova in mezzo a una strada inizia, in maniera tutta sua, a cercare un rifugio e un posto nel mondo. Tra un illusorio desiderio di maternità e qualche espediente per sbarcare il lunario, passa i giorni più caldi di una torrida estate romana con personaggi dall’esistenza vuota, inafferrabili, puri e meravigliosi, come lei. In una sospensione fatta di niente (e di tutto), Giulia comprende che sta a lei decidere come vivere, o non vivere, la vita.