“Questa solennità civile nazionale del 10 febbraio, istituita nel marzo 2004 per conservare e rinnovare una doverosa memoria collettiva sulla tragedia dei connazionali e di tutte le vittime delle foibe, sull’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e sulla più complessa vicenda del confine orientale italiano, rappresenta in senso più generale un monito vivo e duraturo sui pericoli delle derive ideologiche nel cui nome sono state perpetrate brutali crudeltà;
comportamenti disumani dolorosamente consegnati alla storia, compiuti sotto la spinta di fatue convinzioni, esasperate e distorte, alimentanti discriminazioni viscerali, condanne sommarie e persecuzioni spietate dell’altro per la sola ragione del suo essere tale.” – queste le riflessioni del Sottosegretario di Stato alla Difesa, Senatore Stefania Pucciarelli, nel commemorare il Giorno del Ricordo, istituito con Legge 30 marzo 2004 numero 92 per ricordare persecuzioni, violenze e uccisioni – per annegamento, fucilazione, attentato o massacro nelle foibe carsiche – avvenute a danno degli italiani in Istria, Fiume e Dalmazia tra il 1943 e il 1947.
Le commemorazioni sono fissate al 10 febbraio di ogni anno, data emblematica che nel 1947 vide la ratifica a Parigi dei trattati di pace post 2^ Guerra mondiale, che imposero alle nazioni sconfitte – Italia, Ungheria, Romania, Bulgaria e Finlandia – clausole politiche, riparazioni di guerra e trasferimenti territoriali, mentre la Germania non fu considerata soggetto di diritto internazionale, ma asservita alle ordinanze militari delle potenze occupanti anche sul piano territoriale.
Nel rammentare che per i connazionali della Venezia-Giulia, dell’Istria, del Quarnaro e della Dalmazia coinvolti in quelle turbolente fasi storiche tra l’8 settembre 1943 e il 1947 – perfino oltre, per quanti ne soffrirono, anche con la morte, le conseguenza di torture, deportazione e prigionia – il tema della ridefinizione del confine orientale italiano fu motivo di feroci rappresaglie e indiscriminata pulizia etnica, il Sottosegretario ha rievocato anche “la tragedia del massiccio esodo forzato a cui dovettero ricorrere un numero impressionante di cittadini di lingua italiana e di pari nazionalità o di nazionalità mista, slovena e croata, quale unica alternativa alla morte. Come ebbero a sottolineare i Capi dello Stato protempore, Carlo Azeglio Ciampi nel 2005 in occasione delle prime commemorazioni, e Giorgio Napolitano in quelle del 2007: ‘questi drammatici avvenimenti formano parte integrante della nostra vicenda nazionale; devono essere radicati nella nostra memoria; ricordati e spiegati alle nuove generazioni’ perché in quelle vicende ‘si intrecciarono giustizialismo sommario e tumultuoso, parossismo nazionalista, rivalse sociali e un disegno di sradicamento’.” – ha concluso Pucciarelli.