Edilizia sanitaria, Macchia: «Opere ferme e fondi sprecati o a rischio, il nuovo direttore generale Asl avvi la svolta»
Al nuovo direttore generale della Asl, il dottor Flavio Maria Roseto, vogliamo formulare come Cgil, i migliori auguri di buon lavoro. Ne ha sicuramente bisogno viste le tante criticità e i problemi che dovrà affrontare.
A partire dallo smaltimento delle liste d’attesa infinite; passando poi all’adeguamento del servizio ai livelli che il Sistema sanitario richiede; all’assunzione di personale – cercando tra l’altro di arginare la fuga dei professionisti scontenti -; all’organizzazione del personale e alla questione dei precari e via dicendo. Per questi ultimi così come per tutto il personale sanitario impegnato in prima linea nell’emergenza pandemica – dove alcuni hanno perso la vita, altri l’hanno rischiata e molti sono stati i contagiati – la beffa e il danno, per molti Lavoratori di non vedersi riconosciuti il “premio covid” per il lavoro svolto.
In altri casi, hanno subito la beffa dopo il Lavoro fatto, con appositi ordini di servizio, aderendo ad un bando voluto dalla Asl data l’emergenza. Ed infatti a posteriori, diversi lavoratori si sono anche visti negare la ricompensa sulla base di scuse assurde tra le quali anche la contestazione di diritti come quello dei Lavoratori che hanno assicurato la campagna vaccinale presso gli hub esclusi per aver diritto alla fruizione dei permessi di cui alla legge 104, l’esclusione dei coordinatori, e addirittura i precari che sono stati discriminati rispetto ai loro colleghi in ruolo rispetto agli emolumenti da percepire. Criteri questi di esclusione e/o di discriminazione – tra l’altro – che non erano scritti nel bando. Dunque, a fronte dei mancati rimborsi delle ore lavorate per l’emergenza agli operatori tuttavia, fanno da contraltare esborsi allucinanti da parte della Asl per proprie inadempienze in materia di edilizia sanitaria.
Emblematico è il caso di Francavilla Fontana, dove per i ritardi dell’Azienda sanitaria locale, l’Asl ha dovuto riconoscere alle aziende che non potevano iniziare i lavori un danno (in via transattiva) di circa 900 mila euro. Una verità che ancora brucia e fa male, perché, da un lato, mentre si accampano scuse assurde per non pagare quelli che a parole abbiamo definito <eroi> nella guerra al Covid, dall’altro si buttano dalla finestra, per responsabilità dell’Asl, 900 mila euro!
E proprio sul tema dell’edilizia sanitaria la Camera del lavoro di Brindisi si vuole soffermare, fornendo all’attenzione di tutti (Istituzioni, Enti, Stampa e cittadini) un focus sui clamorosi ritardi in materia di edilizia sanitaria, che rischiano in alcuni casi anche di fare perdere finanziamenti già ottenuti. Mentre nella regione Puglia, in ogni provincia si sono costruiti nuovi ospedali, come il DEA e l’Oncologico di Lecce, ed altri si stanno realizzando tra cui l’ospedale di Maglie – Melpignano nel Salento, il San Cataldo di Taranto, l’ospedale di Monopoli (Bari sud), a Brindisi sono tantissimi i progetti che languono. L’unico in controtendenza, dove il cronoprogramma dei lavori viene rispettato sembra essere quello per l’ospedale di Fasano. E il resto delle strutture della provincia?
Mentre altrove si costruiscono ospedali nuovi qui ci sono ritardi abissali nell’esecuzione di progetti già approvati. Serve un impegno di tutta la filiera istituzionale perché se il Pnrr è una occasione che non possiamo fallire i progetti già in essere non possono correre il rischio di fermarsi bruciando risorse magari già ottenute. Dobbiamo spendere tutto e spendere bene. E dobbiamo spendere anche tutti i fondi pregressi già impegnati ma che rischiano addirittura di essere persi o essere poi materiale di lavoro per la Magistratura contabile, quando invece potrebbero essere utilizzati bene e creare opportunità di lavoro oltre che una offerta adeguata all’utenza, mai come ai giorni nostri, bisognosa di salute.
Il focus sull’edilizia sanitaria che offriamo a seguire è in una ottica costruttiva, con l’obiettivo di partire subito da queste criticità per portare a termine tutte le incompiute facendo in modo di capitalizzare ogni iniziativa in corso dando un nuovo impulso e maggiore concretezza evitando ogni spreco. Su questo non transigeremo. Per questo auspichiamo un incontro urgente col neo direttore generale su questo tema per conoscere la sua visione su queste gravi inadempienze e se intende assumere iniziative conseguenti anche in ordine ad eventuali responsabilità. La Cgil inoltre chiederà ogni tre mesi una relazione sullo stato dell’arte e dell’avanzamento dei lavori, perché si rischia di perdere cifre enormi. Uno spreco che poi stride e non è credibile quando poi si tratta di riconoscere il dovuto ad operatori sanitari che si sono sacrificati nel periodo pandemico rischiando anche la vita. Tutto ciò è inaccettabile. Qui di seguito si allega una scheda tecnica relativa alle opere programmate e incompiute di edilizia sanitaria.
Antonio Macchia
Segretario Generale
Cgil Brindisi