Viviamo tempi tragici, la follia di Putin ha scatenato una guerra nel cuore dell’Europa. L’invasione dell’Ucraina ci restituisce immagini comuni a tutte le guerre: vittime innocenti tra i civili, bombardamenti, profughi che cercano riparo allontanandosi dalle proprie case e dai propri affetti.
Questa folle guerra, come le tante degli ultimi venti anni trova tra le sue ragioni profonde soprattutto la questione energetica. Come in Iraq e tutto il Medio Oriente, in Libia e altri luoghi del mondo le guerre degli ultimi decenni sono state anche scatenate per il controllo del petrolio e del gas e delle rotte per le loro forniture.
La crisi energetica innescata dall’invasione Ucraina, che di riflesso coinvolge tutti i paesi europei, ha subito acceso un dibattito in Italia e qui a Brindisi sulla necessità di ripartire con centrali nucleari, carbone, gas e rigassificatori.
La necessità di puntare sulle rinnovabili per affrontare i cambiamenti climatici e contenerne gli effetti per salvare il nostro pianeta, l’unico che abbiamo a disposizione, viene abbandonata in pochi giorni riproponendo ricette che nulla risolvono e anzi qualora realizzate peggioreranno la situazione.
Nessuno racconta agli italiani e ai brindisini che per avere 5 centrali nucleari occorrerebbero 15 anni, spendendo oltre 70 miliardi di euro ottenendo il primo KWh di energia prodotta non pima del 2035. Nessuno ci dice che lo sfruttamento dei giacimenti di gas nell’adriatico, dinanzi le nostre coste, non arriverebbe prima di 5 anni e fornirebbe gas per non più di due o tre anni.
E poi i rigassificatori, in Italia ve ne sono tre e raramente superano il 40% della loro capacità di utilizzo e che anche per averne di nuovi occorrono almeno 5-7 anni.
In definitiva si dovrebbero spendere oltre 100 miliardi di euro per tecnologie altamente impattanti che non produrrebbero nulla nell’immediato e impedirebbero di avere una vera indipendenza energetica ottenibile invece solo con le rinnovabili.
È quindi evidente che le grandi lobby e i grandi speculatori non vedono l’ora di riproporre i soliti affari. Ricordiamo benissimo le risate al telefono dei costruttori alla notizia del terremoto de L’Aquila al pensiero della ricostruzione.
Noi invece pensiamo che occorre puntare ancora più decisamente sulle rinnovabili, sugli accumuli, l’idrogeno e tutto ciò che con processi di semplificazione può essere immediatamente realizzato, garantendo con il sole ed il vento la vera indipendenza energetica con benefici reali sulla riduzione delle bollette e vantaggi per il clima, l’ambiente e la salute.
Oggi con il gas e petrolio finanziamo i peggiori dittatori del mondo e tra questi Putin alimentando guerre e sogni, o forse meglio incubi, di potenza.
Le rinnovabili con il sole ed il vento costruiscono la Pace, smontano i grandi interessi, le speculazioni e costruiscono un mondo migliore.
Questo diciamo al solito consigliere Amati pronto interprete dei grandi interessi e delle lobby, subito in prima linea per inceneritori, centrali nucleari e oggi rigassificatori.
Nelle sue parole senza alcun senso e prospettiva sentiamo il cattivo odore dei soldi e dei grandi interessi, della speculazione più becera quella dei prendi i soldi e scappa senza alcun ritegno per il territorio e una città che a queste logiche ha pagato un prezzo altissimo.