È il triplice effetto dei rincari dei prezzi dei carburanti e delle materie prime L’esponenziale crescita dei costi si sta abbattendo come uno tsunami sull’agricoltura

Mezzi agricoli fermi, terreni incolti e dieta ferrea per gli allevamenti. È questo il triplice effetto dei rincari dei prezzi dei carburanti e delle materie prime. L’esponenziale crescita dei costi si sta abbattendo come uno tsunami sull’agricoltura tanto da imporre alle aziende uno stop alle coltivazioni e a ridurre anche l’alimentazione agli animali. È quanto denuncia CIA agricoltori italiani della Puglia: «rischiamo il collasso»

Stop alle coltivazioni. «Non possiamo seminare perché i concimi hanno avuto un rincaro insostenibile – spiegano i titolari di alcune aziende agricole – I semi non si possono acquistare perchè sono aumentati troppo, per non parlare poi del gasolio: lo acquistavamo a un euro un paio di settimane fa ed ora è arrivato a quasi un euro e mezzo per litro. Con questi prezzi non possiamo più coltivare i terreni, non possiamo fare le lavorazione: aratura e semina».

Scarsa alimentazione e bovini a dieta. Alcune coltivazioni vengono utilizzate anche per l’alimentazione degli allevamenti: «Ai bovini davamo da mangiare due volte al giorno, ma a causa dei rincari abbiamo diminuito una volta al giorno. C’è chi dà da mangiare soltanto fieno senza l’aggiunta di altri nutrienti che sono necessari per la crescita dei bovini». Il prezzo del mangime è aumentato a dismisura ed oggi è poco reperibile sul mercato: «Questo comporta anche una perdita di reddito perché senza poter fornire alle vacche i giusti nutrienti non aumentano di peso e non producono latte».

Mezzi agricoli fermi. Tutto nell’azienda agricola viene centellinato e i mezzi vengono per lo più tenuti fermi: «Noi per lavorare consumiamo decine di litri di gasolio quotidianamente, ad esempio, soprattutto nel periodo di semina. Oggi non possiamo più svolgere queste attività perchè non possiamo acquistare il gasolio».

“Se andiamo avanti così, saremo costretti a tornare al cavallo e alla zappa. Chi vive sul campo i problemi come noi, sa cosa sta succedendo, è un effetto a valanga”, ha aggiunto Pietro De Padova, presidente di CIA Due Mari (Taranto-Brindisi). “Ma i problemi sono pressoché identici in ogni singola parte della Puglia, dai nostri colleghi di Foggia a quelli di Bari, della Bat e fin giù a Lecce”, ha detto De Padova. Ed è esattamente così. Sul momento drammatico vissuto dagli allevamenti, CIA Agricoltori Italiani della Puglia si è già espressa in questi giorni e nelle scorse settimane. “La situazione, però, sta peggiorando di ora in ora”, fanno sapere gli associati CIA Agricoltori di tutte le aree della Puglia.