La Xylella è diventata un fattore determinante e ormai strutturale che ha causato l’indebolimento della capacità produttiva dei terreni, con il conseguente impoverimento dei territori.

Pertanto diventa necessario inserire tutti i comuni pugliesi che ricadono nelle aree colpite dal batterio nell’apposito elenco delle aree soggette a vincoli naturali significativi diverse dalle aree montane. Non possiamo permettere che, in un frangente storico come questo, alle aziende agricole vengano procurati ulteriori svantaggi”. È la richiesta perentoria che Gennaro Sicolo, presidente CIA Puglia, rivolge al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali in relazione all’esclusione dall’elenco di zone svantaggiate per alcuni comuni pugliesi a seguito delle intervenute modifiche approvate dal Decreto Ministeriale n.6277 in data 08/06/2020. 

“La Xylella – ha precisato Sicolo – è presente ormai da 10 anni e, ad oggi, la scienza non ha ancora trovato una soluzione. Dunque non è più un’eccezionalità che determina uno stato di calamità improvviso, ma appare evidente che si sia nel tempo trasformata in uno svantaggio strutturale, in un ulteriore handicap biofisico che attanaglia il nostro patrimonio agricolo e la produzione agricola, producendo effetti devastanti e scompensi mostruosi sotto il profilo economico, sociale, ambientale, culturale e turistico”.

“Alle aziende agricole non possiamo dire che, dopo aver perso ettari coltivati e milioni di piante, capacità produttiva, fatturato e reddito, ora sfiliamo loro anche i vantaggi nei bandi e aumentiamo le tasse. Se il decreto non ha ancora prodotto effetti, basterebbe rinviare l’applicazione dei criteri per i comuni in quella zona e aggiornare l’elenco allegato al DM riservando lo status di cosiddetta zona svantaggiata ai comuni nell’area dove è presente Xylella almeno fino a quando, e se, la condizione ambientale e quella produttiva non saranno tornate al periodo pre Xylella”.