Università di Foggia e operatori del Gargano incontrano Torre Guaceto, tema: turismo sostenibile
Gli operatori del corso di laurea in “Turismo sostenibile in area marina protetta” dell’Università di Foggia finanziato dal Parco nazionale del Gargano sono approdati a Torre Guaceto per una due giorni dedicata alla scoperta delle best practice realizzate dal Consorzio di Gestione della riserva e dagli stakeholders della CETS del Parco.
Lo scambio di competenze è l’arma vincente quando si persegue l’obbiettivo del costante miglioramento. Da questo assunto parte l’iniziativa messa in campo dal Consorzio di Gestione di Torre Guaceto e dal Dipartimento di economia, management e territorio dell’Università di Foggia, titolare del corso di studi in “Turismo sostenibile in area marina protetta” finanziato dal Parco nazionale del Gargano per implementare le competenze degli operatori della sua area di competenza in tema di sostenibilità degli operatori.
In vista dell’arrivo degli attori di filiera, l’Ente Parco ha organizzato un percorso dedicato alla conoscenza della governance del Consorzio in tema di fruizione e promozione del territorio e dei partner dell’ente nell’ambito della Carta Europea per il Turismo Sostenibile.
I lavori sono iniziati con un workshop che ha visto protagonisti il presidente e il direttore del Consorzio, Rocky Malatesta e Alessandro Ciccolella, la direttrice del Dipartimento di economia, management e territorio dell’Università di Foggia, Lucia Maddalena, il referente di progetto per il Parco del Gargano, Michele Guidato, il presidente di Federalberghi Brindisi, Pierangelo Argentieri, il referente di Slow Food Puglia, Marcello Longo, il direttore del Green blue hotels & resort, Nico Casulli, il direttore del tour operator Yuniqly, Pasquale Di Gemma, il presidente del Consorzio albergatori di Carovigno, Enzo di Roma, il responsabile della cooperativa Thalassia, Giuseppe Flore. Alcuni dei protagonisti dell’innovazione sostenibile nell’area di Torre Guaceto.
“Nell’ambito dell’attività formativa orientata a creare una migliore conoscenza negli operatori del comparto turistico degli aspetti gestionali economici e ambientali dell’AMP – ha spiegato Guidato, il referente del progetto – la presidenza dell’Ente Parco ha voluto che si organizzasse una visita a Torre Guaceto per consentire utili confronti, valutazioni comparate ed il trasferimento di best practices. A tal riguardo, il presidente del Parco, Pasquale Pazienza, esprime vivo ringraziamento al presidente del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Rocky Malatesta per la possibilità offerta”.
Un’importante occasione di confronto che ha offerto spunti di riflessione tanto a chi lavora quotidianamente per la tutela e la promozione della riserva e del suo territorio, quanto a chi è impegnato sul fronte del turismo green nel grande distretto foggiano.
“I vantaggi di una formazione di questo tipo sono sia di carattere economico, che sociale ed abbiamo scelto Torre Guaceto per la bellezza naturalistica dei luoghi e per le innovative modalità di gestione della riserva” ha commentato la direttrice Maddalena.
Ultimata la fase congressuale, Università e operatori sono stati guidati in un tour che li ha condotti prima nel cuore di Torre Guaceto per verificare sul campo l’applicazione della governance del Consorzio, poi nei terreni agricoli nei quali crescono i prodotti bio del paniere dell’area protetta, tra cui il pomodoro Fiaschetto di Torre Guaceto, e dai ristoratori Cets, che per primi, insieme agli operatori della ricettività, rappresentano il biglietto da visita del territorio.
“Queste occasioni di incontro e scambio di esperienze sono molto preziose per tutti – ha commentato Rocky Malatesta, presidente del Consorzio di Torre Guaceto -, sono convinto che lavorando in una rete composta sia dalle Istituzioni, sia dagli operatori del territorio sapremo implementare l’attrattività della nostra bella Puglia e, soprattutto, stimolarne lo sviluppo sostenibile sia dal punto di vista ambientale, che sociale. Il turismo di massa che non fa bene al territorio diventa sempre più residuale, la svolta green è improrogabile e ci possiamo arrivare dimenticando i confini territoriali, lavorando come un organo unico, il cuore pulsante di Puglia, pur mantenendo ciascuno il proprio ruolo e le proprie peculiarità. La natura ce lo insegna, la perfezione è nelle diversità che cooperano creando un unico paesaggio”.
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