“Più volte ho chiesto un cambio di passo alla guida dell’Arpal, ritenendo quantomeno poco opportuno che il direttore generale (all’inizio commissario straordinario) fosse anche a capo di un partito politico.
Per questo sono assolutamente favorevole alla proposta di legge incardinata oggi che va a modificare l’art. 9 della legge istitutiva dell’Agenzia prevedendo la sostituzione della figura del direttore generale con quella dell’amministratore unico, con requisiti ben determinati e la selezione effettuata con le modalità previste per i direttori di dipartimento. Una proposta che condivido nel merito, ma meno nel metodo, perché presenta diversi rilievi tecnici. Dispiace aver perso tempo prezioso, dal momento che lo stesso risultato, ovvero la decadenza del direttore generale, lo si sarebbe potuto ottenere già da tempo se solo fossero state approvate le tante mozioni presentate negli anni, che non sarebbero state soggette a rilievi da parte della Corte Costituzionale. L’auspicio è che in questa ulteriore settimana che ci si è presi per esaminare la norma si riescano a trovare soluzioni ai dubbi sollevati dall’ATN, migliorando così le criticità evidenziate”. Lo dichiara la consigliera del M5S Antonella Laricchia a margine della seduta congiunta delle Commissioni II e VI in cui è stata incardinata la proposta di legge con cui si va a modificare l’art. 9 della legge istitutiva dell’Arpal, riguardante gli organi di vertice dell’Agenzia.
“Quanto sta accadendo – continua Laricchia – conferma ancora una volta la necessità di procedere alla calendarizzazione della proposta di legge che ho presentato lo scorso anno, che punta ad introdurre una nuova procedura più trasparente e meritocratica per la nomina e la designazione di incarichi di competenza regionale. Bisogna liberare questi incarichi dalle ingerenze politiche, per questo nel testo propongo che non possano essere conferiti a chi abbia avuto incarichi direttivi o esecutivi regionali o nazionali in partiti e movimenti politici e neanche ai candidati non eletti alle elezioni regionali, per i cinque anni successivi all’elezione stessa. Le sole logiche da seguire quando parliamo di agenzie che offrono servizi essenziali per i cittadini devono essere quelle della meritocrazia e professionalità”.