A Ostuni presentato in anteprima il prototipo che verrà installato nel Parco Naturale Regionale delle Dune Costiere.
La tecnologia al servizio della biodiversità. Entra nel vivo BEST, tra i progetti strategici del Programma Interreg Grecia-Italia con protagonista la Puglia, che punta ad una maggiore tutela delle aree naturalistiche attraverso strumenti innovativi. Si tratta di sensori a bassissimo impatto ambientale, illustrati a Ostuni nel corso dell’Infoday nell’istituto Agrario Pantanelli-Monnet. I tanti presenti, tra i quali 120 studenti dell’istituto, hanno potuto scoprire in anteprima il prototipo della strumentazione che verrà installata per il monitoraggio costante della biodiversità in due aree pilota: il Parco Naturale Regionale delle Dune Costiere (tra Polignano a Mare e Ostuni) e nel Mar Piccolo a Taranto. Il Politecnico di Bari e l’Università dell’Aquila hanno definito la rete per il monitoraggio, costituita da sensori e telecamere gestite da remoto, che potranno fotografare decine di immagini al secondo e che costituiranno una banca dati che permetterà di valutare l’evoluzione della biodiversità terrena e acquatica per intervenire in caso di criticità o minacce. Una seconda azione pilota interesserà il Salento e sarà utile a contrastare il fenomeno della Xylella fastidiosa.
«Esprimo grande soddisfazione- commenta Paolo Francesco Garofoli, Direttore del Dipartimento Ambiente, Paesaggio e Qualità Urbana della Regione Puglia- per le azioni realizzate ed in corso di realizzazione nell’ambito del progetto BEST, finanziato nell’ambito del Programma Interreg V-A Grecia Italia 2014/2020. Nel corso del prossimo decennio saremo chiamati a dare piena attuazione agli obiettivi declinati nell’agenda 2030 delle Nazioni Unite e nella strategia Europea sulla biodiversità per il 2030, mettendo in campo a livello locale azioni che siano integrate nell’ambito del contesto europeo e coerenti con le scelte adottate a livello sovranazionale e con gli ambiti strategici di intervento previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il progetto BEST, sfruttando il valore aggiunto della cooperazione con la partnership greca, rappresenta un importante punto di partenza per il conseguimento di questi obiettivi, in quanto consentirà di sviluppare un significativo patrimonio di conoscenze relative alla distribuzione delle specie animali e vegetali sul nostro territorio e nel nostro mare, alle pressioni antropiche, climatiche ed alle specie aliene che minacciano i nostri habitat ma anche di definire protocolli e sviluppare strumenti tecnici innovativi che consentiranno azioni di monitoraggio costanti e suscettibili di essere replicate anche al di fuori dell’area di progetto».
Nel frattempo sono stati predisposti protocolli di monitoraggio e piani di azione applicati a cinque specie invasive (granchio blu, fichi d’india, testuggine palustre americana, persico trota e fico degli Ottentotti edule) e si stanno gettando le basi per un piano d’azione che contenga strategie a lungo termine, nell’area pilota 1 del progetto, per una gestione sostenibile dell’agricoltura attraverso lo studio delle specie vegetali coltivate a rischio estinzione, così come le analisi sulle specie target e i principali detrattori ambientali che generano impatto sulla fauna. Nell’area pilota 2 è stata individuata la presenza di insetti nocivi alieni ed è stato definito un piano di controllo e campionamento che interessa anche la “sputacchina media”, vettore della Xylella fastidiosa.
Numerose le attività svolte anche per la conservazione delle specie vegetali a cura del Dipartimento di Biologia dell’Università di Bari. A realizzare il progetto BEST, attraverso la cooperazione transfrontaliera tra Grecia e Italia, il Dipartimento Ambiente, Paesaggio e Qualità Urbana della Regione Puglia, la Regione delle Isole Ionie (capofila), la Regione dell’Epiro e la Regione della Grecia Occidentale.