Macchia: «Dall’Hydrogen valley all’Autonomia differenziata, un Mezzogiorno e Brindisi sempre più ai margini»
Da un lato una “mancetta” per la Puglia, per sviluppare la tecnologia dell’idrogeno verde e le Hydrogen Valley. Dall’altro la proposta di governo sulla legge quadro inerente l’Autonomia differenziata che sottintende a scenari nefasti per tutto il Paese a cominciare del Mezzogiorno.
E’ un atteggiamento schizofrenico quello di questo Governo: mentre da un lato si promettono “contentini” ai Governatori senza fornire un piano d’azione strutturato e dei progetti chiari sulle Hydrogen valley, dall’altro si lavora a disgregare il Paese mettendo le regioni del Sud all’angolo e favorendo quel meccanismo che porta ad ampliare il divario sociale con l’Autonomia differenziata. Così le regioni più ricche diventeranno ancora più ricche e quelle povere che resteranno ancora una volta indietro.
Un atteggiamento anacronistico ed in controtendenza sia rispetto alla logica di costruzione dell’Unione europea dove gli Stati si mettono insieme per affrontare meglio le sfide del mondo globale, sia ai principi che ispirano lo stesso Piano nazionale di ripresa e resilienza, dove alle regioni del Sud dovrebbero essere destinate il 40% delle risorse.
In Italia si pensa invece all’Autonomia differenziata per riportare il Paese nel medioevo con le Regioni che si trasformano in Stato nello Stato, che potranno gestire autonomamente una serie di funzioni (scuola, sanità, trasporti) gestendo buona parte le tasse dei propri cittadini facendo saltare anche quel meccanismo di solidarietà istituzionale. Si arriverà ad avere 20 sistemi scolastici differenti e altrettanti sistemi sanitari e via discorrendo disegnando così un Paese a due velocità in cui anziché colmarlo, il divario tra regioni, inevitabilmente, aumenterà. E ancora non sono stati definiti i livelli essenziali delle prestazioni su scala nazionale uguale per tutti.
Insomma non si comprende quale idea abbia questo Governo di Paese. Una Italia in cui rispetto al progetto delle Autonomia andrebbe invece fortemente ripresa una questione di un Meridione che resta sempre più ai margini. Come nel caso del tanto decantato accordo con i governatori per lo sviluppo delle Hydrogen Valley, in cui si gongola per 500 milioni messi a disposizione da Foggia al Salento che non significano nulla essendo risorse irrisorie. Apprezziamo l’interessamento per Taranto, su cui ricadranno la maggior parte delle risorse, ma agli altri territori cosa resterà? L’ennesima esclusione? Così come avvenuto per Brindisi a proposito delle risorse del Just Transition Fund di cui aveva pieno titolo a beneficiare? Ci piacerebbe sapere se per questo Governo Brindisi esista non solo quando si tratta di autorizzare impianti fortemente impattanti e con scarse ricadute occupazionali, o di far diventare il porto principalmente una “stazione di servizio” delle fonti fossili in nome di un fantomatico interesse nazionale, ma anche quando chiede di governare il difficile passaggio della Transizione energetica, la lotta alla disoccupazione con iniziative che creino sviluppo e lavoro buono e quante e quali risorse metta a disposizione per questa provincia.
Sul fronte dell’idrogeno verde – così come l’implementazione di tecnologie verdi come l’eolico off shore – siamo stati antesignani a proporlo nell’intenzione di creare un nuovo volano di sviluppo che in una ottica di filiera potesse rigenerare il tessuto economico-sociale del territorio. Una filiera che metta insieme l’Università, i centri di ricerca, con il mondo dell’industria e della produzione in loco della componentistica, delle manutenzioni e via dicendo. Finora non abbiamo udito una risposta positiva. Ci chiediamo quanti di quei 500 milioni euro siano previsti per Brindisi e per fare cosa? Ci chiediamo se oltre che a improbabili “mancette” per Brindisi sia previsto un piano di investimenti serio per risollevare un territorio che, quando c’è da aiutare il Paese per questioni di interesse nazionale è ben noto, e quando si tratta invece di avere una mano dallo Stato, scompare improvvisamente dalla cartina geografica.
La Cgil Brindisi non subirà, passivamente, questo stato di cose e chiama il territorio alla mobilitazione per una battaglia di dignità. La Camera del lavoro è già impegnata con tutta una serie iniziative pubbliche, come già preannunciato.