La Uiltec della Puglia ha celebrato nella giornata di giovedì 23 giugno presso Villa Romanazzi Carducci a Bari il suo Congresso Regionale a conclusione del percorso avviato in questi mesi sui territori ed allo stesso tempo momento utile al lancio dell’ultima tappa della vita sindacale, il Congresso Nazionale, che sarà celebrato proprio nel capoluogo pugliese dal 5 al 7 ottobre presso gli ampi spazi della Fiera del Levante.
All’appuntamento regionale di questi giorni la Uiltec pugliese è arrivata forte dell’esperienza dei diversi Congressi Territoriali di Brindisi, Taranto e Lecce ognuno dei quali ha portato all’attenzione dei vertici regionali le specificità, le problematiche e le vertenze di ogni territorio. A Taranto è la Raffineria ed il suo futuro a preoccupare, senza dimenticare la cronica questione dell’ex Ilva. A Lecce fari puntanti sulla crisi del Calzaturiero e del Tessile: nonostante i Grandi Marchi rimane un settore nel quale è assente la volontà di investimenti in nuove tecnologie, a Lecce come in altri territori. In Terra di Bari e Capitanata sono notevoli le crisi nel settore Manifatturiero, della Gomma e Plastica e del Tessile. In tutte le vertenze è cruciale e fondamentale il lavoro che la Uiltec compie con i suoi Dirigenti e delegati in ogni realtà a difesa del lavoro e dei lavoratori.
Il punto su Brindisi è arrivato dalla Tavola Rotonda vissuta durante il Congresso Territoriale alla quale ha preso parte l’intera Segreteria Nazionale Uiltec assieme ad illustri ospiti del mondo accademico, di Confindustria e di aziende strategiche come Eni ed Enel. La discussione ha avuto per tema la «Transizione Energetica per una Giusta Equità Sociale» ed ha messo in evidenza come il processo di rinnovamento del sistema produttivo industriale di Brindisi, a partire dalla decarbonizzazione dell’Enel di Cerano, non può e non debba avere ricadute negative sugli aspetti economici ed occupazionali del territorio acuendone ulteriormente il drammatico divario sociale. A Brindisi sono molte le vertenze: oltre a Cerano, la riconversione green degli impianti chimici (e non solo) di Eni, l’assestamento societario della nuova costituenda azienda farmaceutica EuroApi ed altre ancora.
Con la crisi internazionale fra Russa ed Ucraina l’Energia è oggi, più che mai in passato, il settore più esposto e sui cui le Autorità nazionali ed europee stanno prestando la maggiore attenzione. Gli interrogativi sulla autonomia energetica nazionale, oggi evidenti a tutti, sono un tema antico che l’Italia si porta dietro da tempo per la mancanza di politica industriale strategica adeguata. Oltre alla classe politica incapace di fare scelte di lungo corso ha il suo peso in questa difficoltà strutturale del nostro Paese anche una diffusa cultura del no-a-tutto: dal blocco delle Trivelle in Adriatico al no ai Rigassificatori, dalle battaglie ideologiche sui gasdotti e sui depositi di GNL alla contrapposizione pressoché quotidiana sulle Centrali Elettriche e sui Petrolchimici e per ultimo anche la battaglia sui parchi eolici e fotovoltaici. Una linea ambientalista radicale ed ideologica che ha messo in difficoltà un intero Paese facendo la fortuna solo di chi ha guidato le battaglie anti-Industria.
Le polemiche di questi giorni sull’intesa accordata da Regione e Ministero al deposito Edison a Costa Morena ne sono una dimostrazione paradigmatica: tante le prese di posizione, alcune totalmente estranee al mondo dell’industria e del lavoro tanto da sembrare pregiudizievoli. Ogni occasione è utile per ribadire il no all’industria a priori. Dire “no all’industria” vuol dire, nell’immediatezza, dire no al lavoro ed al volano economico che porta su altri settori.
La Puglia industriale non presenta un quadro incoraggiante: l’ultimo rapporto di Bankitalia riporta un forte rallentamento della crescita economica a causa dei ritardi nelle catene di approvvigionamento e l’aumento di energia e materie prime. Aumentata anche la disoccupazione e le richieste di Reddito di Cittadinanza. In questo contesto l’unica azione realmente dannosa sarebbe una svolta anti-industriale da parte del mondo politico e dell’opinione pubblica. Il rischio di una desertificazione industriale che metta a rischio la tenuta economica e sociale dell’intera Puglia è reale.
Tornando alla cronaca Congressuale sono stati 22 i Dirigenti Sindacali della Uiltec di Brindisi a partecipare al Congresso Regionale di Bari. Assieme ai loro colleghi hanno contribuito ad eleggere la nuova Segreteria della Puglia: Filippo Lupelli, confermato Segretario Generale, Carlo Perrucci (Brindisi), Amedeo Guerrieri e Fabiana Signore quali Componenti di Segreteria e Adelio Zocco nel ruolo di Tesoriere.
Sempre a Bari sono stati eletti i Delegati che rappresenteranno Brindisi nel Congresso Nazionale Uiltec: Carlo Perrucci, Cosimo Zimmari, Annarita Gianniello, Lucio Licchello, Angelo D’Errico, Domenico Tarantini, Mario Medico, Carmelo Montanaro, supplenti Claudio De Giorgi e Salvatore Spinosa. Carlo Perrucci sarà anche il delegato Uiltec Brindisi a partecipare al Congresso Regionale della Uil confederale di Puglia e di Bari.