Vapore bollente per ridurre il volume della prostata: è, in estrema sintesi, il metodo Rezum, una nuova procedura chirurgica da praticata di recente anche nell’ospedale Perrino di Brindisi.
Ad avvantaggiarsene per primi tre pazienti, provenienti da comuni della provincia, di età compresa fra i 66 ed i 70 anni. È proprio col passare degli anni, infatti, che nella popolazione maschile si accentuano le disfunzioni prostatiche.
I tre, tutti affetti da ipertrofia prostatica, sono stati operati giovedì 23 giugno nell’unità operativa complessa di Urologia del Perrino, e subito dimessi il giorno dopo. Uno dei vantaggi della tecnica Rezum è proprio questo: i tempi di ricovero diminuiscono notevolmente. Quelli post-intervento di chirurgia endoscopica (attualmente il più diffuso) invece durano sino a quattro o cinque giorni. Un altro vantaggio, ancora più significativo, è dato dalla rapidità di esecuzione: con il metodo Rezum un intervento dura dai 10 ai 15 minuti, contro i 90-120 delle tecniche endoscopiche; e in più, non occorre tagliare ed asportare i tessuti.
L’ipertrofia prostatica è una patologia benigna, ma è particolarmente fastidiosa e invalidante e, se è più diffusa in età avanzata, è anche vero che può cominciare a manifestarsi già in soggetti che hanno superato da poco la quarantina.
Per acquisire la padronanza della nuova tecnica i medici di Urologia hanno frequentato corsi professionali specializzati. Il procedimento è semplice: attraverso un catetere si irrora la prostata con un getto di vapore acqueo, ad una temperatura di 103 gradi. L’irrorazione dura 9 secondi. Il calore riduce l’eccesso di cellule prostatiche, e la ghiandola inizia a sgonfiarsi: entro tre mesi, la guarigione. Si evita di tagliare i tessuti, e si può far ricorso ad una anestesia più blanda. Ma non solo: in questo modo possono essere trattati anche pazienti complessi (infartuati, assuntori di anticoagulanti, etc.) per i quali un intervento o un’anestesia tradizionali potrebbero portare qualche complicazione. Inoltre trattare la prostata in questo modo consente di conservare, nella maggior parte dei casi, la regolare funzione dell’eiaculazione.
“Con questo sistema – spiega il dottor Palazzo – tutto procede più velocemente: se l’intervento dura un quarto d’ora, è ovvio che posso eseguirne di più in una sola sessione operatoria. Quindi, si possono abbattere le liste di attesa, che attualmente giungono ad allungarsi anche ai nove mesi. Questo anche perché trattandosi di una patologia benigna passa naturalmente in secondo piano rispetto ai casi più urgenti, come quelli di tumore. Ma con Rezum – prosegue Palazzo – riusciamo sicuramente a rendere tutto più veloce, e quindi a ridurre i tempi. E poi c’è l’aspetto economico. Se la degenza dura meno, i costi per la sanità diminuiscono. Il nostro ospedale – dice ancora Palazzo – si è dotato, oltre che del dispositivo di base, anche di venti “manipoli”, vale a dire corredi usa-e-getta utilizzabili per i singoli interventi. Tale dotazione dovrebbe essere in grado di coprire le esigenze operatorie sino alla fine dell’anno. Dopo questa prima fase contiamo di acquistarne altri. Rezum – conclude – comunque non sostituirà del tutto la chirurgia tradizionale, che continuerà ad essere praticata nei casi in cui è impossibile farne a meno”.
L’unità operativa complessa di Urologia dispone di 21 posti letto. Nel reparto sono in servizio 10 medici, due dei quali a tempo determinato, e 16 infermieri. Nel 2020 sono stati eseguiti 45 interventi su prostata ipertrofica; numero ridotto a causa delle restrizioni Covid. Nel 2021 gli interventi sono passati a 60.