L’International Propeller Club Port of Brindisi and Salento in collaborazione con il Polo Biblio-Museale di Brindisi, ha promosso nella serata di ieri un convegno sulla de-carbonizzazione dei trasporti,  presente e futuro dei carburanti marittimi. 

È stato proposto un panel di relatori provenienti dal mondo della ricerca universitaria, delle professioni, dell’industria e dell’imprenditoria marittima con le autorevoli conclusioni del presidente della ADSPMAM Prof.avv. Ugo Patroni Griffi.

La platea ha molto apprezzato le relazioni e il dibattito in quanto totalmente scevri da posizioni ideologiche e preconcette.

Un filo conduttore, ha caratterizzato gli interventi: da un lato la constatazione realistica dell’attuale irrinunciabilita’ ai carburanti fossili, dall’altro l’incertezza tecnica e commerciale di una valida alternativa nel medio termine.

È  stato posto l’accento su come, sia l’idrogeno che l’ammoniaca, siano al momento in fase di studio e ancora oggetto di approfondite ricerche.

Inoltre non vi è sufficiente materia prima per produrre bio-fuels tale da soddisfare l’eventuale domanda del mondo marittimo. Allo stato, solo il GNL è sembrato essere tecnicamente la soluzione più percorribile pur con l’attuale carenza di disponibilità nella maggior parte dei porti.

Sono stati sottolineati con enfasi, due concetti fondamentali che spesso vengono oscurati quando si tratta l’argomento “transizione ecologica ” :

1- L’indispensabile formazione professionale degli addetti ai lavori che devono mettere in esercizio e condurre macchinari tecnologicamente molto diversi dagli attuali;

2- La sostenibilità economico/ finanziaria della “transizione ecologica ” con gli evidenti rischi di impoverimento e l’esclusione sociale di intere classi di lavoratori.

Molto interessante la conclusione del Presidente Patroni Griffi il quale, vista l’incertezza sul tipo di carburante che in futuro si renderà disponibile, ha invitato tutti gli stakeholders e le Autorità preposte alle decisioni finali, a far si che i ” contenitori” attuali (FSRU, depositi costieri, aree attrezzate all’ accumulo di minerali) possano essere predisposti a contenere i carburanti del futuro. Quali? Ai posteri l’ardua sentenza.