Sono passati appena quattro anni da che si annunciava con enfasi la volontà di rottura con il passato anche nella predisposizione dei documenti contabili.

Il bilancio partecipativo era uno degli obiettivi più qualificanti che si era data la nuova Amministrazione: l’adozione di uno strumento di ascolto, relazione e comunicazione che avrebbe consentito ai cittadini di presentare le loro necessità ed esporre le problematiche locali, di valutare le spese previste e l’operato dell’Ente, di indirizzare le scelte dell’Amministrazione sugli interventi pubblici da realizzare o i servizi da implementare o migliorare.

Nulla di tutto questo è stato mai messo in atto !

Ma nessuno poteva immaginare che per mascherare le divisioni all’interno della maggioranza che governa il Comune di Brindisi si sarebbe ricorso all’espediente della seconda convocazione per discutere nella Assise Cittadina del rendiconto di gestione.

I banchi della maggioranza deserta rappresentano la migliore fotografia di una coalizione che non c’è più, accomunata oramai solo dall’obiettivo di giungere a fine mandato nella speranza di far valere presso l’elettorato il ruolo ricoperto.

E non possono essere dei manifesti 6 x 3 di berlusconiana memoria ad occultare questa realtà.

Il continuo annunciare il finanziamento di opere per le quali non si sa se esistono dei progetti cantierabili e ancor meno delle ipotesi di gestione pare più il tentativo maldestro di giustificarsi per ciò che non si è fatto e sperare che qualcuno si lasci abbindolare dalla promessa di ciò che si farà.

Allo stesso modo il continuo ricorrere ad inglesismi per  qualificare anche opere banali rivela l’incapacità di parlare ad una città dolente, in cui non si registrano nuove iniziative imprenditoriali e quelle poche che si prospettano vengono continuamente avversate. 

L’incapacità di fornire risposte ai giovani che vanno altrove a mettere a frutto il loro talento.

L’incapacità di immaginare soluzioni per quanti il lavoro non lo hanno mai conosciuto o lo hanno irrimediabilmente perso.

Con in più l’arroganza di pretendere di avere sempre ragione.

Ragione rispetto alle obiezioni poste dagli esponenti della Associazione degli Industriali che lamentano un assurdo ostracismo nei confronti di un comparto produttivo che rimane l’unico, ad oggi, capace di generare occupazione stabile e dignitosa.

Ragione nei confronti delle Organizzazioni Sindacali che tante volte hanno lamentato l’impossibilità di avere un dialogo costruttivo con questa Amministrazione.

Ragione nei confronti degli operatori dei Servizi Sociali che in questi anni si sono visti aumentare i carichi di lavoro e ridurre le prestazioni economiche.

Ragione nei confronti degli abitanti delle contrade, ancora oggi prive dei servizi essenziali.

E l’elenco potrebbe essere molto più lungo.

Si tratta, allora, di sperare che questa lenta agonia finisca presto operando per mettere insieme tutte quelle espressioni della politica e della società civile disposte a mettersi in gioco per garantire a Brindisi la svolta di cui ha assoluta necessità.