E’ arrivato il momento di mettere la parola fine all’annosa vicenda di Acque Chiare.
L’adozione da parte del Consiglio Comunale del Piano di rigenerazione urbana della costa nord con l’individuazione di zone bersaglio ben definite deve rappresentare un punto di snodo fondamentale per sanare e riqualificare con un appropriato piano di rigenerazione urbanistica Acque Chiare e Betlemme e contestualmente riqualificare Giancola ed Apani. Aver poi inserito nel Piano di rigenerazione urbana della costa nord anche la proposta di Fratelli d’Italia (votata all’unanimità dal Consiglio Comunale) di istituire una Zes dell’industria del turismo sulla costa nord, con un apposito emendamento sostenuto dallo stesso assessore all’urbanistica Borri, rappresenta un indiscutibile opportunità che la Città non può perdere. Le criticità e le difficoltà che si stanno riscontrando nell’adozione del DPP prima e del PUG dopo, principali documenti di pianificazione urbanistica, possono essere in parte superate, almeno per quanto riguarda la costa nord, dal Piano di rigenerazione urbana adottato. E’ evidente che per quanto riguarda Acque Chiare ci vuole una chiara volontà politica a contemperare i vari interessi legittimi in campo: quello dei proprietari delle 171 ville di vedersi riconosciuto il diritto, sancito anche dalla Suprema Corte di Cassazione, ad un pieno esercizio del diritto di proprietà con destinazione residenziale delle stesse (all’interno di un polo turistico integrato), cosi come tra l’altro era già previsto nell’iniziale DPP, e quello della pubblica amministrazione di valorizzare e non lasciare in totale abbandono quanto acquisito al patrimonio comunale, attraverso la confisca della restante parte del comparto di Acque Chiare ovvero l’albergo e le restanti strutture. Il tutto attraverso un riaggiornamento dell’accordo di programma iniziale con la Regione Puglia. In questo contesto si inserisce ora l’ordinanza di sgombero che pare a giorni verrà notificata dall’Amministrazione comunale ai promissari acquirenti delle 50 ville che sono state oggetto di confisca ed acquisite al patrimonio comunale per le note vicende giudiziarie, in attesa che l’opposizione all’esecuzione pendente in corte di Cassazione proposta degli stessi faccia il suo corso. Nel frattempo l’Amministrazione comunale, nel pieno rispetto della normativa attuale, magari applicando il principio del buon senso, potrebbe utilizzare nei confronti dei 50 promissari acquirenti lo strumento dell’occupazione “senza titolo” con il pagamento di una indennità di occupazione degli immobili in questione, così come succede negli alloggi di proprietà pubblica per gli occupanti abusivi, in attesa che il contenzioso giudiziario arrivi a definizione. Insomma la vicenda di Acque Chiare, con una condivisa e veloce azione politica, potrebbe rappresentare un inizio di rigenerazione e riqualificazione della costa nord in ottica turistico ricettiva all’intero di un polo turistico integrato, all’interno del quale inserire le 171 ville restituite ai legittimi proprietari con quella destinazione residenziale compatibile con lo strumento di pianificazione e programmazione in questione. Con questa impostazione la Zes dell’industria del turismo rappresenterebbe lo strumento di attrazione di investimenti in strutture turistico ricettive di cui la costa nord necessita sviluppando una economia turistica da tempo ricercata e ancora in fase embrionale. Sull’argomento in questione Fratelli d’Italia ha le idee chiare su come procedere!
Dott. Massimiliano Oggiano
Capogruppo Consiglio Comunale di Brindisi FdI