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BRINDISI: INTEL E LA TRISTE STORIA DI UN’OCCASIONE PERDUTA!

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Dichiarazione di Gianfranco Solazzo

Segretario generale Cisl Taranto Brindisi

In un momento storico di profonda crisi, che colpisce le famiglie ed il nostro sistema produttivo per via di una crisi energetica che non ha precedenti nella storia dell’Italia, crea sconforto e, anche, rabbia la conferma di ciò che avevamo già paventato a suo tempo, quando difronte alla possibilità di non vedere realizzato da Intel sul territorio brindisino un investimento importante dal punto di vista occupazionale, sollecitavamo specifiche attenzioni e capacità contrattuale nei confronti del Governo, da parte delle istituzioni, della politica locale, regionale e dell’associazionismo imprenditoriale.

Oggi, apprendiamo che, per la realizzazione di una nuova fabbrica di microchip da 4,5MD miliardi di euro e per un bacino occupazionale diretto di 1.500 posti di lavoro più altri 3.500 tra fornitori e partner, la stessa  multinazionale statunitense è stata indotta a scegliere Vigasio  nel Veneto, probabilmente per l’esistenza in quell’area di una dotazione infrastrutturale sia viaria che ferroviaria più funzionale ai  collegamenti con il Nord Europa.

A ben guardare, il numero dei nuovi occupati diretti e indiretti va ben oltre a quello dei lavoratori che si dovrebbero ricollocare a seguito del processo di de/carbonizzazione che coinvolgerà la centrale Federico II di Enel e che dovrebbe – il condizionale è d’obbligo – concludersi entro il 2025.

Considerato poi l’oggetto dell’investimento, ovvero microchip, strategici per la transizione digitale, l’eventuale scelta di Brindisi avrebbe proiettato il territorio verso uno sviluppo produttivo innovativo, oltretutto in sintonia con il nuovo corso di studi sulla transizione ecologica e digitale in programma all’IISS Majorana di Brindisi.

Ed avrebbe precostituito un futuro prossimo di buona occupazione e di buon lavoro, sollecitato Papa Francesco, in chiusura della tre giorni di Assisi con i giovani di Economy of Francesco.

Le votazioni per le politiche nazionali sono concluse e il nuovo Governo, pronto ad insediarsi, per quanto ci riguarda, sarà giudicato dalle decisioni e dalle azioni che assumerà per alleviare i problemi del Mezzogiorno.

A cominciare dai più immediati, come il costo della bolletta energetica, le infrastrutture sociali materiali  e immateriali irrinunciabili per lo sviluppo socio economico sostenibile del territorio, ovvero sanità, scuola, formazione, nuove competenze e, non per ultimo, da investimenti pubblici e privati.

Aree territoriali come quella di Brindisi, oggetto di profonde trasformazioni che interesseranno la grande  fabbrica, non possono permettersi di perdere alcun altro investimento che costituisca occasione importante per restituire respiro ad un quadro occupazionale ormai asfittico.


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