Liste d’attesa. Galante (M5S): “Non si possono chiudere le agende di prenotazione. Così diventa impossibile fare piani basati sul fabbisogno reale delle prestazioni richieste”
“Ci giungono sempre più segnalazioni di casi in cui i CUP parlano di chiusura delle agende di prenotazione.
Lo ribadiamo ancora una volta: le agende non possono essere chiuse e la legge stabilisce il divieto di sospendere le prenotazioni. La chiusura delle agende crea anche un problema per quello che riguarda il monitoraggio delle liste d’attesa, con la conseguenza che diventa impossibile fare piani basati sul reale fabbisogno di prestazioni richieste. Quello della chiusura delle agende sarà una delle questioni che chiederò di approfondire lunedì nel cosro delle audizioni in Commissione Sanità dei direttori generali e dei Responsabili Unici delle liste d’attesa delle Asl. Chiederò anche di conoscere quali provvedimenti siano stati presi fino ad ora per abbattere le liste d’attesa e che vengano adottate soluzioni omogenee per tutta la Regione”. Lo dichiara il capogruppo del M5S Marco Galante.
“Ci sono dati non omogenei – continua Galante – sia per quello che riguarda i numeri, sia in merito alla presa in carico delle prestazioni. Per quelle urgenti o brevi, con codici di priorità U e B, che devono essere seguite rispettivamente entro 72 ore o 10 giorni, le liste d’attesa non sono lunghe, le criticità riguardano le prestazioni Differibili (codice D) da eseguire entro 30 giorni per le visite e 60 per le prestazioni diagnostiche e quelle Programmate (codice P) da eseguire al massimo in 120 giorni. Per queste ultime si parla in alcuni casi anche di oltre 700 giorni di attesa per gli esami più complicati. Abbiamo chiesto un tavolo tecnico politico, perché le proposte devono arrivare dai tecnici, ma serve l’intervento della politica sui tetti di spesa, e sulla determinazione delle prestazioni erogate extra budget dalle strutture private. Vogliamo mettere al centro i bisogni dei cittadini e intervenire concretamente dopo aver analizzato la situazione tecnicamente. Parallelamente chiederemo un cambio di passo della sanità territoriale da attuare nel lungo periodo. Non vogliamo fare speculazioni o dare le colpe ai medici di una condizione per cui abbiamo tutti responsabilità e su cui tutti siamo chiamati a lavorare, non dimenticando che in Puglia abbiamo settori di eccellenza e buone pratiche da cui partire”.