Un’Amministrazione totalmente incapace di risolvere i problemi dei cittadini e in grado solo di prenderli in giro o di accrescere le criticità quotidiane dei brindisini.
Purtroppo è il quadro desolante che emerge ripercorrendo le tante prese per i fondelli che hanno dovuto subire, per esempio, gli abitanti di contrada Betlemme, che continuano a vivere senza servizi primari, in uno stato di abbandono e degrado assoluto.
È quello che accade quando si governa giusto per gestire il potere. Non condividendo praticamente nulla della visione di città, infatti, le varie anime della maggioranza sono state incisive solo nella spartizione delle poltrone, sprecando una intera consiliatura nella quale si sarebbero potute dare risposte agli abitanti di contrada Betlemme attraverso l’approvazione del nuovo Piano Urbanistico Generale. D’altronde fu lo stesso assessore Borri, in occasione della bocciatura della proposta di variante per determinate contrade cittadine presentata da alcuni consiglieri di opposizione, a dichiarare: «Non capisco perché dimenticare contrada Betlemme, Giancola o Acque Chiare. Il problema degli abusivismi va affrontato organicamente tramite il Pug». Infatti il Documento programmatico preliminare, mai portato in Consiglio comunale nonostante le varie promesse, conteneva indirizzi – seppure insoddisfacenti – per gli insediamenti indicati come “illegali” quali contrada Betlemme ed Acque Chiare. Il sindaco Rossi, invece, dal canto suo promise che il problema di contrada Betlemme sarebbe stato risolto, al pari delle altre contrade, attraverso un Piano di recupero, almeno per la parte esorbitante i 300 metri dalla linea di costa. La Regione Puglia, infatti, non ha mai approvato il Programma di recupero di contrada Betlemme a causa dell’impatto dell’insediamento abitativo sulla tutela dei beni paesaggistici costieri.
Il Pd, invece, nel marzo del 2021 annunciò un rilancio dell’azione amministrativa dichiarando che «l’Amministrazione comunale ha il dovere di attivare in tempi brevi ogni iniziativa utile per la rigenerazione e riqualificazione, senza ulteriore consumo di suolo, della costa a nord mediante programmi che mirino al recupero degli insediamenti di contrada Betlemme e Posticieddu» e aggiungendo che «sarà essenziale e urgente fissare con la Regione Puglia un percorso normativo che consenta di individuare una nuova prospettiva per tutti gli insediamenti delle contrade cittadine oggetto di variante di recupero». Evidentemente non era poi così tanto urgente per il Pd, per la Giunta e per il sindaco, se a distanza di un anno e mezzo si è rimasti immobili, salvo cambiare adesso nuovamente strada, intraprendendo a pochi mesi dalla fine del mandato quella dell’aggiornamento del documento di rigenerazione urbana, nel quale si accenna genericamente che vi è la «necessità di revisionare e in parte reindirizzare verso la rigenerazione urbana e paesaggistica le aree trasformate con insediamenti antropici costieri esistenti in forma aggregata, al fine di comprendere altre parti e strutture del sistema costiero (si pensi al grande insediamento di c.da Betlemme e altre consistenze minori da rigenerare e meglio dotare di servizi di rete e puntuali di urbanizzazione primaria e secondaria)».
Tra gli scenari rappresentati nel documento, c’è la demolizione delle volumetrie presenti nella fascia di rispetto costiera o la demolizione totale e il ripristino parziale delle volumetrie. E mentre al Comune si esercitano su scenari apocalittici, la gente continua a vivere in condizioni igienico-sanitarie precarie e ha dovuto pagare sulla propria pelle lo scotto di giochi di potere di bassa levatura che hanno bloccato una città intera.
Gianluca Quarta, Consigliere comunale Forza Italia Brindisi