Pasquale Magrì è sempre stato un lavoratore modello. Lo è stato fino a quando gli inarrestabili effetti di una patologia cronica non gli hanno procurato l’amputazione delle gambe impedendogli di continuare a svolgere la mansione di autista di autobus, come ha fatto per 33 anni, 13 dei quali al servizio di STP. 

Per lui il periodo di erogazione dell’indennità per malattia si è concluso a gennaio scorso, a fine mese scadrà il termine dell’aspettativa non retribuita. Oggi l’ipotesi da scongiurare è il licenziamento.Pasquale non vuole la pensione perché vuole sentirsi “ancora utile”. È quello che mi ha spiegato in occasione della sua visita di ieri, quando ha chiesto di incontrarmi in veste di presidente della provincia di Brindisi, e dunque di rappresentante dell’Ente che è socio di maggioranza della società di trasporti, per raccontarmi la sua storia.Contatterò il presidente e i componenti del Consiglio di Amministrazione di STP per chiedere che per lui si verifichi la possibilità di attribuzione di un altro incarico, consono alle sue condizioni di salute, come il cinquantacinquenne chiede. Conoscendo la sensibilità delle persone in questione, sono certo che su questa vicenda non si lascerà nulla di intentato. E che si offrirà a Pasquale l’opportunità di continuare a guadagnarsi da vivere con la stessa dignità con cui lo ha sempre fatto.