“I decreti attuativi della legge 46/2022 hanno sancito un danno irreparabile per le attività sindacali a carattere militare, minacciandone la sopravvivenza”, così Antonio Nicolosi, segretario generale di Unarma, storico sindacato dell’Arma dei carabinieri, “Il primo decreto, approvato a luglio, è stato erroneamente interpretato dal Comando generale dell’Arma dei Carabinieri, imponendo ai sindacati militari di rinnovare tutte le deleghe degli iscritti nel momento in cui le sigle si fossero iscritte all’albo delle associazioni, ma senza comunicarci un nullaosta entro cui agire e perdendo così le deleghe pregresse. Si parla di 15.000 iscrizioni tra tutte le sigle militari, che come noi subiscono lo stesso trattamento. L’attività sindacale sopravvive oggi grazie alle deleghe degli iscritti e in questo modo i sindacati militari si trovano senza risorse per tutelare le Forze dell’Ordine: per Unarma il Comando ha dato un’interpretazione non conforme alla Legge 46/2022 chiedendoci di rimettere mano alle deleghe dal 14 ottobre, quando ci siamo iscritti all’albo delle associazioni militari, al 4 novembre, in meno di 15 giorni. Così siamo costretti a venir meno agli impegni presi precedentemtne con i nostri iscritti: solo la tutela legale costa 80.000 euro, più le spese di segreteria” – prosegue Nicolosi – “Migliaia di carabinieri non saranno più tutelati e vedranno i loro diritti calpestati. Per questo chiediamo al neo ministro della Difesa, Guido Crosetto, di audirci con estrema urgenza, per
permetterci di rappresentare al meglio le Forze dell’Ordine di cui anche lui da oggi è portavoce”.