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PNRR E COESIONE SOCIALE CONTRO AUTONOMIA DIFFERENZIATA. SI PARLERÀ DI EQUITÀ TERRITORIALE IL 15 NOVEMBRE A BRINDISI IN UN’INIZIATIVA PROMOSSA DA CAMERA DEL LAVORO E CGIL PUGLIA

Tra i relatori i segretari generale della confederazione regionale, Pino Gesmundo, e della Cgil brindisina, Antonio Macchia. Quindi l’assessore al Bilancio e vice presidente della Regione Puglia, Raffaele Piemontese; la presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, l’economista Gianfranco Viesti; il direttore generale della Svimez Luca Bianchi; il presidente di Aeroporti di Puglia, Antonio Vasile. Concluderà i lavori la vice segretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi

Si parlerà di equità territoriale martedì 15 novembre a Brindisi nel corso di un’iniziativa promossa dalla Camera del Lavoro assieme alla Cgil Puglia. “Dal PNRR all’autonomia differenziata: un paese diseguale” si legge nel titolo dell’evento che sarà ospitato da Palazzo Granafei-Nervagna a partire dalle ore 9.30. “Due temi di stretta attualità e connessi alle dinamiche di sviluppo economico e sociale dei nostri territori”, spiega Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil pugliese. “Progetti in contrapposizione se da un lato siamo impegnati affinché le risorse del PNRR servano a sostenere il miglioramento delle condizioni di contesto nella regione, alzando la qualità della vita delle persone, creando buona occupazione, sostenendo imprese innovative, favorendo transizione digitale ed energetica. Di fondo, aiutando tutto il Sud a colmare i divari con il resto del Paese, che è il motivo che ha visto l’Italia beneficiare di oltre 200 miliardi di stanziamenti. Di contro c’è l’accelerazione del nuovo Governo a riprendere l’iter dell’autonomia rafforzata che rischia invece di cristallizzare una situazione di iniquità territoriale, rispetto ai trasferimenti dello Stato, alla quantità e qualità dei servizi, tutte cose che vedono oggi penalizzato il Mezzogiorno”.

“L’attuazione dell’autonomia differenziata – aggiunge Antonio Macchia, segretario generale della Cgil di Brindisi – potrebbe essere per un territorio del Mezzogiorno come quello della provincia di Brindisi, un colpo fatale, segnando la sua definitiva marginalizzazione. L’esclusione dai benefici del Just Transition fund, pur avendo pienamente titolo ad esservi compresa essendo Brindisi interessata dalla complessa fase di decarbonizzazione, è uno degli esempi più evidenti. Un territorio da decenni in crisi, dove solo nell’arco dell’ultimo anno sono stati persi mille posti di lavoro nel settore metalmeccanico; con una povertà sempre più ampia, a rischio di desertificazione demografica – migliaia di giovani persi nell’arco di pochi anni – con gente in fuga alla ricerca di un posto di lavoro; con gap assurdi nel settore sanitario sempre più in crisi; con una disoccupazione giovanile e femminile in particolare fuori controllo; un alto indice di dispersione scolastica. Brindisi ha bisogno di investimenti e di creazione di ‘lavoro buono’, una rotta che si può intraprendere sfruttando al meglio i fondi derivanti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Come Cgil chiediamo da tempo progetti per lo sviluppo di filiere produttive a partire del settore energetico connesso all’Università, alla ricerca e alla formazione ma anche al settore dei trasporti – alta velocità e alta capacità -; un porto che conservi la sua polifunzionalità diventando piattaforma logistica del Mediterraneo; lo sviluppo di una industria della cultura e della creatività connessa al turismo; il rilancio del settore aerospaziale che vanta una tradizione ed una competenza centenaria, la transizione digitale. Sono solo alcune delle tante proposte avanzate che, senza uno Stato che faccia da garante nella determinazione di politiche di sviluppo per ogni territorio, potrebbero restare insoddisfatte e sacrificati rispetto agli egoismi regionali”.

Un confronto, quello del 15 novembre, che vedrà la partecipazione dalla vice segretaria generale Gianna Fracassi; l’assessore al Bilancio e vice presidente della Regione Puglia, Raffaele Piemontese; la presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, che ha lanciato la proposta di promuovere in Puglia gli Stati generali delle regioni del Sud per avviare un percorso di mobilitazione contro la riforma dell’autonomia; due validi economisti come Gianfranco Viesti – da sempre in prima linea nel denunciare la penalizzazione dei nostri territori derivanti da quella che definisce la “secessione dei ricchi” –; Luca Bianchi, Direttore generale della Svimez, altra istituzione che non smette di segnalare i rischi che derivano dall’autonomia non solo per il Mezzogiorno ma per la tenuta dell’intero Paese; Antonio Vasile, presidente di un network di infrastrutture fondamentali come Aeroporti di Puglia. A moderare i lavori sarà la giornalista Anna Saponaro.

“Anche grazie all’importante profilo dei relatori – conclude Pino Gesmundo – l’iniziativa sarà anche un momento di valutazione sullo stato dei progetti del Pnrr al Sud e in Puglia, che dalle infrastrutture alla sanità, dal digitale all’energia, dall’innovazione al sociale, dall’agricoltura al turismo, deve servire a costruire un futuro di crescita della nostra regione, mettendo a valore e incrociando il Piano nazionale anche le risorse della programmazione del Por 2021-2027. A partire dalle nostre piattaforme, con la Cgil che in questi anni è stata la sola organizzazione a portare avanti una riflessione e proposte concrete sullo sviluppo del Mezzogiorno, che – lo ripetiamo sempre – deve rappresentare un’opportunità per tutto il Paese. Sapendo che questo se processo di regionalismo differenziato dovesse andare in porto andremmo a rompere quei legami di solidarietà nazionale che indebolirà tutti, determinando un Paese con cittadini di serie A e cittadini di serie B che avrebbero la sola colpa di essere nati o vivere in determinate regioni italiane”.

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