La decisione del gruppo Falck di ufficializzare una intesa con il terminalista “Yilport” del porto di Taranto deve rappresentare un monito per l’intera comunità produttiva brindisina e per tutti coloro che, a vario titolo, hanno delle responsabilità nel territorio. 

E’ evidente, infatti, che la determinazione ed i percorsi attrattivi agevolati messi in campo a Taranto non si sono registrati a Brindisi e questo induce qualsiasi investitore a scegliere la strada più consona. A Taranto, pertanto, si realizzerà la prima base operativa di Falck in Puglia per la costruzione e l’assemblaggio di piattaforme galleggianti e delle turbine eoliche. 

Attività per le quali si era candidata Brindisi, pur mettendo in mostra le solite divisioni e/o contraddizioni, e senza evidenziare una condivisione generale dell’investimento, ma soprattutto senza creare mai le condizioni per accelerare la necessaria infrastrutturazione del porto.

Ma è proprio Falck, comunque, nella sua nota ufficiale, a non chiudere le porte a Brindisi nel momento in cui si afferma che c’è la piena volontà di continuare a sviluppare filiere locali in altri porti.

Il porto di Brindisi – lo ricordiamo – resta lo scalo di riferimento per la realizzazione di un campo eolico offshore nello specchio di mare antistante Cerano e ad una distanza da terra di 25 chilometri. Bisogna creare le condizioni ideali affinché il parco si possa effettivamente realizzare e quindi superando gli ostacoli frapposti da Enav. Ma bisogna soprattutto lavorare perché possa nascere anche a Brindisi una filiera di Falck oltre che per la costruzione di pale, piattaforme e turbine, anche per la successiva manutenzione, magari per soddisfare le necessità di tutti i parchi ipotizzati nell’Adriatico.

Si liberi il campo, pertanto, dalla conflittualità che fino ad oggi ha bloccato il potenziamento infrastrutturale del porto e si creino le condizioni per il suo veloce ammodernamento, la sua posizione logistica farà il resto. Insomma le condizioni ci sono tutte ma manca la coesione sociale, elemento che rappresenta il più grave limite per Brindisi. 

Noi di Ance abbiamo più volte manifestato la piena disponibilità al dialogo affinché Brindisi torni ad essere attrattiva e terreno fertile per nuovi investimenti. 

Solo con il dialogo di tutti gli attori coinvolti, Brindisi ed il suo territorio, riavranno la capacità di attrarre investimenti, noi di Ance ci crediamo.

Chiediamo pertanto al Sindaco Rossi l’immediata convocazione di un tavolo di “concertazione” che abbia come obiettivo la concreta soluzione dei troppi paletti che si frappongono alla realizzazione degli investimenti, logicamente il tutto nella trasparenza e legalità e nel pieno rispetto dell’ambiente e dell’imprenditoria locale. Noi di Ance ci siamo. 

Angelo Contessa – Presidente ANCE Brindisi