BINDISI.ANTONINO (pri):Tempi bui per chi gestisce stabilimenti balneari
Andrà in discussione nel Consiglio Comunale convocato per lunedì 19 dicembre la mia proposta di deliberazione tendente ad escludere dal pagamento della TARI gli arenili, le rampe di accesso, le aree adibite a parcheggio, le aiuole e i camminamenti degli stabilimenti balneari.
I componenti di maggioranza nella commissione tributi hanno già manifestato la loro intenzione di votare contro la proposta. E lo stesso dirigente del settore tributi ha espresso il suo parere contrario motivandolo con il “divieto della normativa vigente di introdurre esoneri o forme di sconto a singole categorie di operatori”.
In realtà la proposta non mira affatto a introdurre benefici non dovuti a singole categorie di imprenditori. Non si tratta di una marchetta elettorale ma di eliminare una ingiustizia palese presente nel Regolamento comunale sulla TARI.
Infatti già oggi non sono soggette alla TARI una serie di aree non scoperte. E’ il caso, ad esempio, delle superfici destinate esclusivamente all’esercizio di attività sportiva, delle zone di transito e manovra degli autoveicoli all’interno delle aree degli stabilimenti industriali, delle aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali tassabili quali parcheggi gratuiti, aree a verde o giardini.
Tutte ipotesi ricollegabili a ben precise categorie di operatori.
Insomma, quello che vale per gli altri non varrebbe per i titolari di stabilimenti balneari.
Il concetto su cui si basa la mozione è quello della suscettibilità delle aree scoperte a produrre rifiuti, che è il presupposto affinché, per Legge, è possibile applicare la TARI.
Non vi è chi non veda che difficilmente i parcheggi delle spiagge o i camminamenti sugli arenili possono essere considerati suscettibili di produrre rifiuti.
E allora perché questo accanimento nei confronti dei gestori degli stabilimenti balneari?
Si tratta di persone che già vivono momenti difficili. Il rischio che dall’anno 2024 si avviino le gare per la gestione delle aree demaniali destinate a spiagge fa vivere momenti di panico a quelle famiglie il cui unico introito è rappresentato dalla gestione dei lidi di cui sono concessionari. Anni di sacrifici ed investimenti realizzati rischiano di andare in fumo. Magari a beneficio di gruppi imprenditoriali che, disponendo di ben altre risorse, potrebbero offrire canoni non alla portata degli attuali gestori. Proprio in questo momento di transizione così difficile alcuni titolari di stabilimenti balneari brindisini si sono visti recapitare avvisi di accertamento per gli anni pregressi rispetto alla TARI da pagare.
Migliaia di euro che rischiano di mettere definitivamente in ginocchio imprese a carattere famigliare e che danno lavoro a decine di persone.
Non resta che sperare nel coraggio dei Consiglieri Comunali e confidare nel loro voto favorevole.
Il Capogruppo PRI
(Gabriele ANTONINO)