BRINDISI. Turismo. Servizi a terra, formazione e emersione del sommerso. Ecco i punti fondamentali per dare stabilità al comparto alberghiero del territorio brindisino.
Dalle recenti indagini statistiche, che prendono in esame anche alcuni parametri di natura economico-sociale di un determinato territorio e che solitamente si portano a conoscenza nelle settimane di fine anno solare, è apparso a tutti evidente come ci sia un netto contrasto di valutazioni in merito alla qualità dei servizi alberghieri e ricettivi proposti, davvero di notevole impatto, e non solo nella fascia che va da Fasano-Savelletri ad Carovigno, con il dato non sempre adeguato e corrispondente delle presenze ufficiali di turisti nel territorio pugliese in genere, e in particolare in quello di Brindisi. Eppure, il nostro territorio ha una vastità di offerta nel campo della ricettività, dal turismo di lusso al turismo di massa. “A prima vista – dichiara Vincenzo De Roma, neo presidente provinciale di Asshotel Confesercenti, amministratore di vari hotels e presidente del Consorzio albergatori di Carovigno – appare a tutti evidente che il motivo principale di tale situazione sia da ascrivere al sommerso e alle strutture non propriamente aderenti alla normativa in vigore, come case vacanza, alcuni tipi di B&B, seconde case e così via, che di fatto farebbero abbassare la quota generale di presenze ufficiali. Ma non è proprio così o non è solo così. Non si chiede che le case vacanze, ad esempio, non vengano utilizzate. Anzi, tutt’altro. Sarebbe auspicabile che quelle in regola, e qui ci dovrebbe essere anche un intervento del legislatore, continuino ad essere utilizzate, ma che possano servire a favorire la destagionalizzazione dell’offerta turistico-alberghiera, magari intercettando gli smart worker o nomadi digitali. Creando, poi, anche fattive collaborazioni per utilizzare al meglio le ZES, zone economiche speciali, con l’obiettivo sempre più pregante di destagionalizzare l’offerta”.
Ma, oltre a questo aspetto, Asshotel Confesercenti individua altri due fattori determinanti per incrementare l’economia di settore e allungare il periodo turistico: formazione e servizi a terra. “Per incentivare il turista ad usufruire delle nostre bellezze naturali, storiche architettoniche, oltre che il nostro mare e le nostre colline – dichiara ancora De Roma – è necessario creare i servizi a terra o migliorare quelli esistenti, come ad esempio la viabilità interna. E poi bisogna fare costantemente formazione per qualificare sempre più gli operatori. Corsi specialistici, master o altro di simile. Solo così avremo le professionalità giuste e adeguate ai tempi, che rimangono nel nostro territorio, senza andare altrove. Solo così sarà possibile dare lavoro continuo, soddisfare le esigenze e le aspettative dei turisti, incrementare l’economia generale e permettere agli operatori di settore di essere da sostentamento continuo alle loro famiglie, senza più essere lavoratori ad intermittenza”.