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Dema e Dar lunedì dal Prefetto.Per l’ Industria Metalmeccanica in provincia di Brindisi, sarà una catastrofe annunciata se non si interviene.

Se facessimo un resoconto degli ultimi 10 anni, analizzando i posti di lavoro persi e le assunzioni effettuate, è facile notare che la provincia di Brindisi risulta uno dei fanalini di coda a livello Nazionale con un grossissimo gap in negativo.


Il sindacato da anni ormai denuncia una catastrofe industriale permanente nel settore metalmeccanico.
Tanti i posti lavoro persi, poche assunzioni e zero insediamenti industriali, nel frattempo molte procedure concorsuali aperte in pancia alle aziende e tantissime procedure di riduzione del personale e diverse aziende scomparse per fallimento.
Noi siamo un settore che raggruppa poco più di 2000 dipendenti metalmeccanici, e non possiamo permetterci il lusso di amplificare gli scenari macabri delle chiusure aziendali o dei ridimensionamenti degli organici, solo per sintesi alcuni esempi:
Tecnomessapia srl 412 dipendenti fallita, GSE srl 387 dipendenti fallita, CMC srl 52 dipendenti oggi ne ha 8 in attivo e gli altri licenziati, Processi speciali Srl 70 dipendenti fallita, Leucci Costruzioni180 dipendenti fallita, Lolli Serramenti fallita, De Silla70 dipendenti oggi 5 in attivo.
Adesso tocca a quel che rimane del Gruppo Dema SpA, 151 tra lavoratrici e lavoratori divisi in 2 stabilimenti la Dar con 84 dipendenti e la Dema Brindisi con 67 dipendenti, nella giornata di mercoledì 25 gennaio hanno appreso in una riunione presso il Ministero del made in Italy che il management della società attuale, per ripianare la fortissima situazione debitoria creata sempre dai vertici aziendali ha presentato un piano concordatario presso il Tribunale di Napoli – dove la stessa Dema SpA ha sede legale- e che è loro intenzione far operare i due stabilimenti
brindisini in maniera indiretta, mentre quelli campani situati a Benevento con 141 dipendenti e quello di Napoli con 293 dipendenti lavoreranno sulle commesse in essere in maniera diretta, ma confermando che anche loro hanno un 30% di esubero.
Ciò sta a significare decidere in maniera subdola la chiusura di Brindisi e la conseguente perdita di quello che una volta risultava essere l’asset strategico del gruppo Dema SpA.
Ovviamente la risposta dei dipendenti non si è fatta attendere che sin da subito hanno scioperato e pertanto lo stato di agitazione permanente continuerà affinchè il gruppo dirigente di Dema non inverta questa scellerata visione, dove a prevalere è semplicemente un piano finanziario di risparmio, ma alcun piano industriale all’orizzonte sembra farsi avanti.
Pertanto oggi nelle quasi tre ore di assemblea si è deciso di manifestare lunedì 30 gennaio davanti alla Prefettura di Brindisi, partendo in corteo a piedi da Via spalato dove il concentramento è previsto a partire dalle h 9.00.
Sentiamo l’obbligo di rimarcare quanto non è stato fatto da tanti sperando che questa volta si mettano al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori sperando di non incorrere in conseguenze sociali imprevedibili.

Fim-Fiom-Uilm-Fismic-Ugl
Brindisi

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