La vertenza Minermix è approdata ieri a Bari, sul tavolo della task force regionale. Com’è noto l’azienda  – che ha sedi a Galatina e nel Brindisino e il cui principale committente è l’ex Ilva di Taranto – ha deciso la chiusura delle attività produttive di calce e derivati e licenziato in tronco i 59 dipendenti. Ma i Sindacati non ci stanno. 

Per Mauro Fioretti, coordinatore territoriale Uil Lecce, e Paola Esposito, segretaria generale della Feneal Uil di Lecce, “la motivazione della crisi addotta dai vertici aziendali non trova riscontro ed è stata più volte smentita dalla Uil, in quanto, a seguito degli accordi con il Governo ed il Ministero, è noto che l’attività per l’anno 2023 in seno allo stabilimento ex ILVA di Taranto viaggerà ad aumentare la produzione”.

Le prossime ore saranno cruciali per decidere il futuro di questi lavoratori. “Sia la Regione Puglia, sia le Amministrazioni comunali interessate e le Organizzazioni sindacali presenti ieri a Bari – fanno sapere Fioretti ed Esposito – hanno dato la loro massima disponibilità per trovare un punto d’incontro al fine di scongiurare i licenziamenti dei 59 lavoratori. È stato avviato un tavolo di confronto permanente e il prossimo incontro è fissato per il 6 febbraio. Noi siamo convinti che le motivazioni di questa chiusura aziendale – ribadiscono – siano di tutt’altra natura e non ci potrà mai essere una resa in virtù del fatto che in altri momenti l’azienda ha usufruito di aiuti”. Pertanto, concludono, “il nostro appello è che tutti facciano qualcosa in più per scongiurare che ciò avvenga. FenealUil e Uil saranno in prima linea perché siano attivate tutte le condizioni e gli strumenti per salvaguardare i posti di lavoro e scongiurare ulteriore impoverimento del nostro territorio”.

Sulla questione interviene anche Andrea Toma, segretario regionale Uil Puglia con delega all’Industria, presente ieri all’incontro con la task force regionale. “Purtroppo quella della Minermix – dichiara – è una vertenza che si aggiunge alle altre 51 già aperte in Puglia. È vero che l’indotto di questa azienda è fortemente condizionato dalle vicende che riguardano l’ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia. Tuttavia, considerata la crescita dei volumi di produzione dell’ex Ilva previsti per il 2023, annunciati dallo stesso ad di Acciaierie d’Italia, davvero non comprendiamo la posizione dell’azienda Minermix che coglie l’occasione per fuggire dal mondo imprenditoriale, lasciando a casa 59 persone e addirittura ponendo sul tavolo il licenziamento collettivo e l’immediata attivazione degli ammortizzatori sociali per cessazione di attività. A ciò si aggiunge un cruscotto di opportunità di co-finanziamenti da parte della Regione Puglia, quindi davvero non comprendiamo questo atteggiamento da parte dell’azienda e lo stigmatizziamo. Abbiamo dunque preso tempo, circa dieci giorni, per realizzare insieme un accordo-ponte, che può essere quello della cassa integrazione, ma solo per contenere questa fase di crisi aziendale. Siamo fortemente preoccupati – conclude Toma – e sicuramente nei prossimi giorni saranno organizzate iniziative e manifestazioni di protesta, coinvolgeremo i massimi livelli istituzionali per salvaguardare il futuro di questi lavoratori”.