Con il prossimo fine settimana comincia al Cinema Teatro Impero di Brindisi una rassegna di film d’autore dedicata agli appassionati del cinema di qualità: première della proposta – che integra sei titoli – il film “Trieste è bella di notte”, in programma sabato 18 e domenica 19 febbraio alle ore 18.30: posto unico 6 euro con apertura del botteghino mezzora prima. Lo strumento essenziale per percorrere distanze e ricucire ferite è dare voce a racconti in prima persona, nei quali trovi spazio anche la creatività dei protagonisti, che in “Trieste è bella di notte” ha un forte alleato nella musica, prodotta e ascoltata dai protagonisti stessi. Al termine della proiezione di domenica 19 febbraio, è previsto l’incontro in sala con il regista Andrea Segre.
Le luci di Trieste si riflettono sull’acqua del mar Adriatico come un faro di speranza per gli immigrati che cercano di raggiungere l’Italia attraverso la rotta balcanica, un viaggio a piedi che permette di accedere all’Europa attraverso una strada che parte dalla Turchia, attraversa la Grecia, la Croazia e la Slovenia fino alla sospirata meta italiana. Con “Trieste è bella di notte” i registi Matteo Calore, Stefano Collizzolli e Andrea Segre ci fanno conoscere i disperati che intraprendono questa rotta in cui fame e pericolo sono all’ordine del giorno. Il loro è un viaggio duro e accidentato in cui nulla è garantito: una volta raggiunto il nostro Paese non esiste infatti alcuna certezza di potervi rimanere. Nei casi peggiori, i migranti scoperti sul confine, fino a poco tempo fa, venivano riportati in Slovenia dalla polizia tramite la pratica delle “riammissioni informali”. “Trieste è bella di notte”, attraverso un sapiente montaggio di testimonianze orali, filmati d’archivio e riprese dei cellulari dei protagonisti, approfondisce l’argomento restituendo un volto e voce rimpatriati. «A Trieste ove son tristezze molte e bellezze di cielo e di contrada», dice una poesia di Umberto Saba. Viste con gli occhi di questi ragazzi (e di questo film documentario), le belle luci della notte triestina si riaccendono nella speranza dell’accoglienza.
Per Andrea Segre il film è «Un intreccio corale di tempi e spazi non lineari, un inseguirsi di memorie e di speranze, di video frammenti e racconti in presa diretta, di incubi passati e paure future. È un film sul confine instabile e confuso tra sicurezza e diritto, dove la gara tra governi europei alla riduzione degli arrivi spinge le autorità a inventare procedure nuove, sfidando i limiti costituzionali e creando tensioni tra i diversi poteri dello Stato. Sono storie e testimonianze che vanno sottratte all’oblio e alla distrazione, perché non appena dimenticate si ripetono, producendo nuove ferite».