Il 24 febbraio ricorre il 20° anniversario della scomparsa del grande attore

Igor Righetti: “Mio cugino Alberto Sordi avaro? Una leggenda che lui cavalcò per non essere importunato”

Per ricordarlo uscirà l’11ª ristampa del libro “Alberto Sordi segreto”, il primo sulla sua vita fuori dal set scritto da Righetti e pubblicato da Rubbettino

Igor Righetti davanti a un’immagine di suo cugino Alberto Sordi assieme all’attrice Anna Longhi

Il 24 febbraio ricorre il 20° anniversario della scomparsa di Alberto Sordi, avvenuta nel 2003. Per ricordarlo, uscirà l’undicesima ristampa del libro scritto da suo cugino Igor Righetti, “Alberto Sordi segreto” pubblicato nel 2020 in occasione del centenario della nascita del grande attore, il primo volume che racconta la vita fuori dal set dell’Alberto nazionale. Righetti, giornalista professionista, docente universitario di comunicazione, autore e conduttore radiotelevisivo Rai, con la sua famiglia fin da bambino ha frequentato l’illustre cugino che chiamava zio in quanto Sordi lo considerava come un nipote. Pubblicato dall’editore Rubbettino con la prefazione del critico cinematografico Gianni Canova, “Alberto Sordi segreto” è disponibile nelle librerie, su Amazon e su tutti i bookstore online anche in versione ebook: il volume sta riscuotendo grande successo non soltanto in Italia, ma anche in Europa, Argentina, Stati Uniti e Australia. Finora ha ricevuto cinque Premi letterari di cui due internazionali: “L’Apoxiomeno international Award” per la Letteratura e quello dell'”International Tour Film Fest”, il Premio nazionale Caravella Tricolore, il Premio “Cinema Anni d’oro – Premio George Hilton” e il Premio nazionale Alberto Sordi del Comune di Popoli (Pescara).

La versione cartacea è stata richiesta da numerose librerie di città americane come Chicago, Boston, New York e Washington.  Alberto Sordi, infatti, non è amatissimo soltanto in Italia: anche all’estero lo ricordano con grande affetto. La dimostrazione viene proprio dall’11ª ristampa di “Alberto Sordi segreto”, scritto da chi l’attore lo ha conosciuto bene e frequentato in tante situazioni familiari e non sul set, per motivi professionali o per interviste ufficiali, ma in quanto suo familiare.

Come nasce la leggenda della sua presunta avarizia? “Dal fatto che nel momento dell’apice del suo successo – spiega Igor Righetti – ai tempi della Dolce vita, periodo in cui i divi si davano alla pazza gioia in via Veneto tra night, ristoranti alla moda e fiumi di champagne, lui non partecipava mai perché la sera studiava il copione e al mattino doveva alzarsi presto per stare sul set. In quel periodo Alberto ha realizzato anche dodici film all’anno, spesso girandoli contemporaneamente, passando da un set a un altro, quindi non aveva tempo da perdere. Mi raccontò, invece, che una giornalista mezza tacca e dotata di scarsa ironia, frequentatrice assidua dei party vip, scrisse che Alberto non frequentava gli incontri mondani, come facevano invece gli altri attori, perché era taccagno e non voleva spendere. Era molto orgoglioso di aver evitato il più possibile di farsi fotografare dai paparazzi a queste feste. Non ha mai smentito la sua presunta avarizia perché, geniale fino in fondo, divenuto ricco e famoso aveva capito che con quella fama nessuno lo avrebbe importunato. Ha alimentato lui stesso questa leggenda della taccagneria divertendosi a provocare e giocando sul suo attaccamento al denaro anche sfruttando il suo cognome (soldi in romanesco diventa “sordi”). L’ha cavalcata a suo favore interpretando il film ‘L’avaro’. Era oculato e parsimonioso nelle spese, quello sì, ma non taccagno. Non era nato ricco, aveva anche vissuto la fame agli inizi della sua carriera e conosceva bene il valore del denaro”.

E aggiunge Righetti: “Avrebbe potuto avere auto lussuose, ma non amava ostentare, così come non ha mai voluto fotografi nella sua villa romana. Anzi, sorrideva quando vedeva sui settimanali o in tv servizi fotografici realizzati nelle case di personaggi dello spettacolo in cui venivano immortalati nella camera da letto, nel bagno, in cucina o accanto al frigorifero aperto. Alberto, invece, ha fatto tanta beneficenza, ma sempre in silenzio. Ha pagato cure mediche per amici e colleghi in disgrazia, ha adottato a distanza molti bambini poveri, ha fatto tante donazioni a vari orfanotrofi, alla casa del barbone e alla casa dello studente. Ma anche la beneficenza la faceva senza sbandierarla, non si lasciava fotografare con le gigantografie degli assegni come fanno altri. Ha sempre fatto tutto in estrema riservatezza. Soltanto dopo la sua morte il pubblico è venuto a conoscenza delle sue numerose iniziative benefiche. Molto di ciò che ha avuto, quindi, l’ha poi ridato. I soliti invidiosi, dopo aver conosciuto la filantropia di Alberto, si sono affrettati a giustificarla come azione non scaturita dal cuore, ma dalla sua profonda fede: secondo i suoi detrattori (che quando Alberto era in vita si dimostravano amici) la sua carità era dettata soltanto dalla paura di non meritare di andare in Paradiso! In tanti hanno sostenuto che Alberto non abbia mai fatto un regalo a nessuno, né quando era invitato a cena a casa di qualcuno né alle sue compagne. Ennesime falsità, come tante altre, messe in giro da invidiosi e da chi non lo conosceva. Secondo i suoi detrattori non avrebbe mai organizzato feste all’interno della sua villa, come invece facevano numerosi suoi colleghi celebri, per evitare di spendere e non avrebbe mai invitato a pranzo o a cena un amico. Altre menzogne. Addirittura c’è chi dice che ogni volta che Alberto veniva invitato alle feste in casa di altri, lui accampasse scuse o impegni per evitare di andarci e di dover portare qualcosa o sentirsi poi costretto a contraccambiare l’invito nella sua villa. È vero, invece, che per contratto, al termine delle riprese dei suoi film, aveva ottenuto di poter portare via gli abiti di scena (dalle giacche ai maglioni, dalle camicie ai cappotti). Quello che ben pochi sanno, però, è che tutti questi capi di abbigliamento non li usava lui per evitare di acquistare il suo guardaroba, come riferito da diverse persone, ma li dava in beneficenza per aiutare i poveri. Il 18 novembre 2017, nello storico teatro Niccolini di Firenze, ho avuto il piacere di consegnare l'”Alberto Sordi Family Award”, all’interno dell’Apoxiomeno International Award, al premio Oscar Colin Firth e a Gina Lollobrigida. In quell’occasione chiesi pubblicamente alla celebre attrice che cosa pensasse della presunta avarizia di Alberto. Mi rispose senza esitare: ‘Sordi non era affatto tirchio, anzi era una persona molto generosa’. Alberto trovava penosi gli arricchiti che ostentavano qualunque cosa acquistassero, spesso pure di pessimo gusto, soltanto per mostrare i ‘trofei’ ad amici e parenti”.

“Alberto Sordi segreto” è un libro che i fan dell’attore attendevano da tempo per conoscere il lato privato del loro mito e avere le risposte alle tante domande che si sono sempre posti. Del resto, chi meglio di un familiare che ha frequentato Alberto Sordi assieme alle rispettive famiglie può conoscere veramente fatti e antefatti? Di Alberto Sordi si sa soltanto che fosse riservatissimo. Con il pubblico, a cui era molto legato e riconoscente, e con i suoi collaboratori ha condiviso la sua vita professionale, ma mai quella privata. Il libro è stato l’omaggio editoriale del centenario della sua nascita e fa scoprire, per la prima volta, chi fosse il grande attore fuori dal set, dalle interviste e dalle apparizioni televisive ufficiali. Rivela, inoltre, le tante menzogne raccontate su di lui. Un volume unico sia per gli aneddoti e le curiosità sia per le decine di foto esclusive provenienti dagli album di famiglia di Igor Righetti e da Reporters Associati & Archivi. Immagini fuori dal set, durante le pause di lavorazione dei film e scatti personali mai visti.

Alberto Sordi non amava l’ostentazione e la sua vita privata era blindata. A noi familiari che ha frequentato di più ha sempre fatto una raccomandazione: “I vostri ricordi con me e con i nostri cari – dice Igor Righetti – raccontateli soltanto quando sarò in ‘orizzontale’. Allora mi farete felice perché sarà anche un modo per non farmi dimenticare dal mio pubblico che ho amato come fosse la mia famiglia e per farmi conoscere alle nuove generazioni”. Spiega l’autore: “Così abbiamo fatto. Io l’ho ricordato spesso nei miei programmi radiotelevisivi sulle reti Rai. Ho aspettato, però, il centenario della sua nascita per celebrarlo con questo libro lontano dai luoghi comuni, dalle tante inesattezze e invenzioni dette finora da chi afferma di essere stato grande amico e confidente di Alberto. Da quando è morto sembrano diventati tutti suoi amici. Ma era davvero così? Un volume che farà scoprire a tutti coloro che hanno amato e che amano tuttora Alberto, le sue abitudini, la sua umanità verso i più bisognosi, il suo modo di affrontare la vita, il suo rapporto con la famiglia, la spiritualità, gli amori nascosti, le manie, i rimpianti, le maldicenze su di lui, con quali suoi colleghi attori c’era una certa ruggine, il suo pensiero sulla politica e sui politici. Perché Alberto è entrato nel cuore di tutti e, probabilmente, è stato ed è tuttora l’attore italiano più amato”.

Il volume – di 212 pagine – presenta, per la prima volta, anche le testimonianze di alcuni cugini di Alberto: da parte della madre Maria Righetti e del padre Pietro Sordi. Ci sono, inoltre, i ricordi inediti di alcuni suoi amici veri che lo hanno frequentato in modo assiduo e di personaggi del cinema e della tv con i quali ha lavorato: Tiziana Appetito, l’attrice Piera Arico che ha recitato in diversi film con Sordi (moglie di Gastone Bettanini, suo grande amico e primo segretario-agente fino al 1965) e la figlia Fiona Bettanini, Rino Barillari, Pippo Baudo, Alessandro Canestrelli, Elena de Curtis (nipote di Totò), Sandra Milo, Sabrina Sammarini (figlia di Anna Longhi) e l’ex annunciatrice Rai Rosanna Vaudetti.

Inoltre, non manca l’intervista di Igor Righetti a Patrizia de Blanck, grande amore di Sordi nei primi anni Settanta, ricca di aneddoti divertenti. Personaggi che, assieme a Igor Righetti, hanno contribuito a rendere pubblica la vita reale, e mai raccontata, di Alberto Sordi.

Il libro è arricchito con il cd della prima canzone dedicata a Sordi “Alberto nostro”, della quale Igor Righetti è autore, compositore e interprete assieme a Samuele Socci. Il videoclip della canzone si trova sul canale YouTube Alberto Sordi Forever. È stato girato a Trastevere e nelle vie del centro storico di Roma care ad Alberto. Una canzone nata per integrare a livello musicale questo primo volume sulla vita fuori dal set di Alberto Sordi e per colmare il vuoto di un brano a lui dedicato. In chiave stornello romano, nel testo della canzone, il cui arrangiamento è stato curato da Phil Bianchi, si raccontano curiosità e aneddoti legati alla vita del grande attore romano. Righetti ha scelto di raccontare Alberto Sordi attraverso lo stornello romano in quanto l’attore si divertiva molto con questo tipo di canto popolare.

Una piacevole lettura, utile anche alle nuove generazioni perché la memoria storica di un grande attore come Sordi non vada perduta e, al contrario, rigeneri.

Dal volume è stato tratto un divertente evento-spettacolo itinerante, ideato e condotto da Igor Righetti, che in due anni è già stato rappresentato nei teatri e nelle piazze di 60 città italiane. Righetti ha aperto l’account ufficiale su Alberto Sordi con verificato su Facebook, su Instagram e il canale YouTube Albertosordiforever.

Ha anche ideato L'”Alberto Sordi Family Award”, prestigioso riconoscimento che ogni anno, dal 2017, viene assegnato ad artisti italiani e internazionali e a personaggi del mondo dell’informazione, della cultura e dell’imprenditoria che si sono distinti per il loro talento e per aver contribuito a far crescere, culturalmente e nello spirito critico, la società nel suo complesso. “L’Alberto Sordi Family Award”, un bellissimo bassorilievo dorato realizzato da Aurart di Massimo Palombo e raffigurante il vigile Otello Celletti, interpretato da Sordi nel 1960, è stato assegnato, tra gli altri, ai Premi Oscar Colin Firth, Hellen Mirren e Robert Moresco, Gina Lollobrigida, Mark Strong, Matt Dillon, al regista Andrei Končalovskij, al programma “Striscia La Notizia”, al direttore della fotografia Giovanni Mammolotti e all’attrice star di Bollywood Shefali Shah.