Elvis Presley raccontato da Paolo Borgognone. Intervista a cura di Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista.
La carriera di Elvis Presley, uno dei cantanti più popolari della storia e che ha contribuito alla nascita stessa del rock’n’roll, e’ iniziata quasi per caso…
A volte le cose sembrano scritte nel destino delle persone. Elvis era un ragazzo timidissimo, che coltivava la passione per la musica ma un successo come quello che ha ottenuto lo poteva solo sognare. Per fortuna, a un certo punto, ha incontrato un genio come Sam Phillips che lo ha lasciato libero di esprimersi e ha colto come fosse un diamante grezzo che avrebbe potuto risplendere. Come puntualmente successo….
Elvis venne accusato di essere “un bianco con la voce di un nero”…
Bisogna contestualizzare la sua esplosione nel momento storico che si viveva, soprattutto nell’area dove e’ cresciuto, nel sud degli USA. In particolare li – negli anni 50 ma anche dopo – sopravvivevano ancora sacche di razzismo e di segregazione. In qualche modo, pur essendo bianco, anche Presley soffri per questo clima. Ma il suo canto ha fatto conoscere ai bianchi una musica che fino a quel momento non avevano mai accolitato, quella degli afroamericani: il blues.
È vero che Presley è cresciuto in un quartiere povero e prevalentemente nero di Tupelo, nel Mississippi, e che in gioventù ha frequentato le chiese nere che hanno ispirato il suo profondo amore per la musica gospel?
Certo. Per quanto sembri assurdo, la segregazione esisteva perfino nelle funzioni religiose ma Elvis – una volta trasferitosi a Memphis con la sua famiglia – si intrufolava alla East Trigg Avenue Baptist Church e partecipava alle funzioni del reverendo Herbert Brewster, dove la musica la faceva da padrona.
Ma, alla fine, quanti dischi ha venduto il Re del rock?
Incredibilmente le cifre divergono a seconda di chi stila le classifiche. Grossomodo si può parlare di un miliardo di copie. Un numero che fa riflettere. Si tratta del primo fenomeno di massa del settore musicale, una delle tante eredità che poi saranno raccolte da chi è venuto dopo, a partire dai Beatles.
Quelli erano le sue passioni?
Elvis amava le auto, in particolare le Cadillac. Quando era giovane e povero considerava questo marchio il massimo della ricchezza. Per questo fu orgoglioso e felice quando poté regalarne una alla mamma. E, strano a dirsi ma è così, aveva una sterminata collezione di stemmi della polizia di tutte le città dove si esibiva.
Elvis non ha mai suonato in Italia: perché?
In realtà non si è mai esibito neanche fuori dagli USA. A parte qualche data in Canada. Questo perché a quei tempi sicuramente era più difficile organizzare tour mondiali. E poi c’era il problema del Colonnello Parker, il manager di Presley: un personaggio curioso, un immigrato olandese clandestino che non ha mai avuto il passaporto. Secondo alcuni era scappato dall’Olanda perché coinvolto in un omicidio.
Cosa rappresenta oggi Elvis?
Per tanti e’ un mito. Esistono in ogni angolo del mondo club dedicati a lui e i suoi fan si contano a milioni. Ora sta per iniziare su Netflix una serie a cartoni animati che avrà Presley come protagonista:si intitola “Agent Elvis” e promette di essere davvero divertente. Un altro segno che il “Re” – anche se sono passati più di 45 anni dalla sua scomparsa – è ancora vivo!
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