BRINDISI.Comitato 10 Febbraio:Vandalizzazione panchina rossa per Marta COSSETTO
In occasione dell’otto marzo u.s., giornata notoriamente dedicata alle donne, che negli anni si è sempre più caratterizzata come una giornata da celebrare contro ogni forma di violenza, sopraffazione e discriminazione contro le stesse, abbiamo voluto, come annunciato lo scorso anno dal referente provinciale del Comitato Cesare MEVOLI, e con la collaborazione del Club Inner Wheel di Brindisi “Cristina Cordella” guidato dalla Dottoressa Silvana MAIORANO , che fosse intitolata una panchina rossa ad una donna “speciale”, Marta COSSETTO, studentessa istriana travolta dai tragici eventi del secondo conflitto mondiale.
Mentre l’Italia l’otto di settembre capitolava, il Re fuggiva a Brindisi con il suo Stato Maggiore, e l’esercito restava sbandato e senza ordini, nei territori al confine con l’Italia , in Istria, Dalmazia, Venezia Giulia, abitati da italiani sin dai tempi di Roma e poi della Serenissima Repubblica di Venezia, i partigiani comunisti jugoslavi di Tito iniziavano un feroce massacro nei confronti degli italiani di ogni età, sesso e estrazione sociale, con lo scopo di scatenare il terrore e far allontanare da quei territori quanti più italiani possibile, per potersene impossessare.
I massacri iniziarono con l’armistizio, furono sospesi dopo che le forze armate e di polizia della RSI ripresero il controllo del territorio, e ricominciarono in maniera ancora più feroce alla fine delle ostilità nel 1945, con quasi 30 mila infoibati e con 350 mila esuli che dovettero abbandonare ogni bene per sfuggire a morte quasi certa, e per restare comunque a vivere sotto l’ombra del tricolore.
Marta COSSETTO, come tanti altri, non aveva nessuna colpa: era una studentessa universitaria, e girava le strade polverose dell’Istria in bici, per raccogliere materiale per la sua tesi di Laurea, ma il suo destino fu simile a quello di migliaia d’altri.
Fu sequestrata, tenuta prigioniera e torturata ferocemente: legata ad un tavolo, fu ripetutamente violentata dai 17 aguzzini componenti della banda che la teneva prigioniera, le furono pugnalati i seni, fu stuprata con un bastone di legno che le fu ritrovato conficcato nel momento della sua esumazione, nella foiba dove fu scaraventata semi incosciente ma viva, dopo tre giorni di violenze bestiali.
Nel 1947 le fu conferita la laurea ad honorem, e nel 2005 il Presidente della Repubblica carlo Azelio Ciampi le concesse la medaglia d’Oro al valor Civile quale fulgido esempio di dedizione e attaccamento alla patria, essendosi rifiutata di unirsi alla banda e girare col fazzoletto rosso al collo “a caccia” di italiani.
Per tutto quanto sopra, l’otto marzo u.s., grazie al Sindaco Riccardo ROSSI che ci ha autorizzati, abbiamo scelto una panchina in posizione centrale, corso Umberto I° angolo via Conserva, l’abbiamo dipinta di rosso vivo, e l’abbiamo caratterizzata con una targhetta con i loghi del Comitato 10 Febbraio e dell’Inner Wheel ed assieme al Sindaco, ai referenti delle due associazioni, e ad una vasta platea di pubblico e di rappresentanti istituzionali e delle Forze Armate e di Polizia la stessa è stata inaugurata.
Purtroppo nella notte tra mercoledì 29 e giovedì 30 marzo u.s., ignoti hanno vandalizzato la panchina, distruggendo la targhetta e spargendone i pezzi sul pavimento stradale.
Siamo sconcertati da quanto è accaduto, e restiamo prostrati di fronte a tanta cattiveria ed ignoranza.
Ci rifiutiamo di credere che l’evento sia da ricollocare nell’ambito di ritorsioni politiche da parte di nostalgici di tempi passati e che ci auguriamo tutti che non tornino mai più.
Preferiamo credere che si sia trattato di un gesto balordo di qualche vandalo che gode nel distruggere il patrimonio pubblico, e che si è sfogato, dimostrando ignoranza e frustrazione, nel divellere la targhetta per poi farla a pezzi.
La targhetta sarà rimessa al suo posto, e sarà presentata denuncia alle forze dell’ordine, nella speranza che tramite le numerose telecamere presenti in zona, si possa risalire all’autore del gesto.
Resta in noi l’amarezza di fondo per l’accaduto, ma l’evento ci rafforza nella volontà di lavorare sempre di più, nelle scuole e in ogni ambito della società, per far si che la Cultura possa impregnare la nostra Comunità cittadina e non resti relegata solo a pochi cultori della stessa.