L’emergenza sociale, sanitaria, economica ed occupazionale legata al perdurare del conflitto bellico in Ucraina, alla riorganizzazione della sanità pubblica, alla carenza di materie prime e alla cronica carenza di posti di lavoro mette in luce in tutta la sua gravità lo stato comatoso in cui versa il nostro territorio.
Transizione ecologica e PNRR poi rischiano di rappresentare esercizio di pura teoria considerato il venir meno di importanti impegni assunti da grandi gruppi industriali per la decarbonizzazione e l’impreparazione della macchina amministrativa nel dover progettare il futuro della realtà superando differenze infrastrutturali e creando opportunità di sviluppo. Negli ultimi decenni, non mesi o anni, le parti sociali hanno dovuto affrontare impegnativi cambiamenti dimostrando grande senso di responsabilità e lungimiranza doti non sempre avallate dalla politica che oggi da più parti viene bollata come inadeguata. Il rischio di un “voltare pagina” di facciata, quindi, è dietro l’angolo con il risultato di doversi confrontare più che nel merito e nel metodo su fantasiose idee di sviluppo. Di un metodo Brindisi si era dotato mettendo intorno ad un tavolo istituzioni, associazioni di categoria ed imprenditoriali e parti sociali sappiamo tutti com’è andata a finire nonostante i timidi segnali di ripresa degli investimenti reclamizzati a più riprese dagli organi di informazione. Troppe le conflittualità in atto che limitano fortemente lo sviluppo portuale, dell’industria, del turismo della rete infrastrutturale. Non c’è argomento che non faccia emergere disparità d’intenti ed a pagarne le conseguenze è la città ed i cittadini. Ci si chiede, quindi, quando finirà questo stato di cose? Bisognerebbe partire dagli impegni assunti dai grandi gruppi industriali che giocheranno un ruolo da protagonisti in questa fase transitoria per l’economia da Eni ad Enel passando da Finmeccanica ed Avio. Il venir meno ad esempio di Enel e dell’indotto dovrebbe portare tutti ad una riflessione sul futuro di migliaia di lavoratori e decine di imprese e più in generale sul futuro dell’economia della nostra realtà in un settore strategico capace di determinare gli equilibri geopolitici di intere nazioni. Brindisi ritorni al centro degli investimenti reali! É il miglior augurio che si possa fare ad un territorio che da tempo ha abbandonato il concetto di potenzialità esprimendo grandi realtà e dovremmo tutti prenderne coscienza.
Antonio Licchello
Comitato Nazionale UILP