Simone Iodice in vacanza in Puglia con la famiglia.
Dal mare alle onde radio, sempre sulla cresta: è, in sintesi, la vicenda personale e professionale di Simone Iodice, designer Italiano – fondatore del Brand Severe Gusts Italy – e oggi conduttore radiofonico apprezzatissimo sulle frequenze di All Music Digital Radio, emittente del marchio All Music Group, il cui editore è Massimo Mazzini.
Conosciamo meglio Simone, andando un po’ a scavare nella sua storia: nato a Ischia il 27 luglio 1978, frequenta l’istituto nautico diplomandosi nel 1997. Per anni ha lavorato per varie compagnie come ufficiale alla navigazione su navi passeggere. Nel 2011 crea il marchio luxury Severe Gusts Italy, che realizza borse in pelle di agnello al naturale apprezzate da molte vip, come la giornalista Selvaggia Lucarelli, l’attrice Giulia Luzi, l’artista Ambra Angiolini, la cantante Annalisa Minetti e tante altre.
Presto però Simone sente il richiamo dell’intrattenimento e così lo ritroviamo su Allmusic digital radio dove conduce con successo “AllMusic Vip”, un programma divertentissimo e scoppiettante, incentrato su chiacchiere e gossip, ma con tanta buona musica, interviste a personaggi famosi, scherzi telefonici e altro. Simone e’ un padrone di casa simpatico e spesso coloro che lo seguono sui social e in radio lo riconoscono per strada: non manca chi gli chiede la classica foto ricordo da mostrare ai parenti. Un impegno a cui non si sottrae mai, elargendo a tutti sorrisi pieni. Magari qualcuno lo scambia anche per Mister Guardiola, l’allenatore di calcio più famoso del mondo. Questione di fascino! A proposito di questo, Simone è accompagnato da una bellissima moglie, affascinante e carismatica, imprenditrice di successo, amante degli animali, titolare di “Aenaria Cattery” allevamento di British, Scottish e Highland: per contattarla il suo indirizzo è facebook.com/aenariacattery. Simone e la sua dolce metà amano il buon cibo, i posti incantevoli (oltre i gatti naturalmente!) e per questo una delle loro mete preferite è da sempre la Puglia. Noi li abbiamo incontrati in uno dei ristoranti più glamour del tacco dello stivale.
Simone, cosa rappresenta per te la radio?
La radio è sopravvissuta alla tv, a internet, alle piattaforme. È il mezzo più istantaneo, veloce, immediato per accedere all’informazione. Offre compagnia, intrattenimento, estrema facilità d’utilizzo. Alla fine, l’essenza resta sempre una persona che parla davanti a un microfono e racconta: un cervello collegato che continua a mandare input. La radio ti apre l’occhio interiore della fantasia. È questa la magia che mi affascina così tanto, da sempre: ero bambino, ascoltavo la radio, immaginandomi le persone che parlavano, le situazioni che si creavano.
I giorni più belli della settimana sono quelli che passo in radio, queste le tue parole durante un’intervista TV. Raccontaci…
ll giorno che sono in radio è divertimento allo stato puro. Entro e mi sento felice. Era il sogno della mia vita e continua ad esserlo. Mi auguro che anche semplicemente una piccolissima parte di questo entusiasmo possa essere trasmesso nel mio programma.
C’è una formula magica per avere successo in radio?
Non c’è una via precisa; io, per esempio, cerco di trattare argomenti alla portata di tutti, toccando temi classici della società. Tutto è avvenuto e avviene abbastanza casualmente senza una strategia precisa. Secondo me studiare le mosse per catturare pubblico, poteva funzionare una volta ma nel mondo di oggi non è più così.
La radio a cosa ti è servita
A tirare fuori il bambino che ho dentro, consentendomi magari di dire e fare cose che non apparterebbero alla età adulta. La mia fortuna è poter esprimere – nel 99% dei casi – quello che penso. E se voglio fare una cosa la faccio; alla mia età non sono tante le professioni che lo consentono.
Ti senti arrivato?
No. Non sono Fedez che bacia sul palco uno per fare casino a Sanremo, non c’è nulla di costruito nel mio modo di agire quotidiano. Semplicemente, mi viene da dire certe cose: qualche volta hanno eco, altre meno. Sono stato tra i pochi che non ha mai criticato un programma radio, non mi sono mai messo a fare battibecchi con altri conduttori. Penso che la professionalità di chi lavora, in radio o ovunque, vada sempre rispettata. Trovo questi scontri semplicemente squallidi.
In un periodo storico in cui sono i social e le nuove piattaforme a farla da padrone, la radio deve avere paura?
A mio avviso no ma se parlate con un qualsiasi imprenditore radiofonico oggi, è terrorizzato dal fatto che prima o poi i dati di ascolto potrebbero cambiare. Personalmente, ho la fortuna di fare un programma che fa grandi numeri, grazie anche al podcast che si affianca alla diretta. L’obiettivo è fare cose che siano completamente atemporali, non troppo
legate alla polemica quotidiana.