Ostuni (Br).“VI FAREMO SAPERE 2.0”: I FRATELLI CAPITONI TORNANO IN SCENA CON UNA COMMEDIA DI 32 ANNI FA DIRETTA DA MANRICO GAMMAROTA
In scena, ora come allora, gli attori Mimmo Mancini e Paolo De Vita. Domani al Teatro Roma di Ostuni
Torna in scena in Puglia uno spettacolo che ha debuttato in teatro 32 anni fa e che portava la firma del grande attore e regista Manrico Gammarota. I protagonisti sono sempre gli stessi, Mimmo Mancini e Paolo De Vita, i Fratelli Capitoni. Dopo aver calcato i palcoscenici dei teatri di Bitonto, San Vito dei Normanni e Barletta, “Vi faremo sapere 2.0” andrà in scena domani, 4 aprile, al Teatro Roma di Ostuni.
La produzione è del Teatro Traetta di Bitonto e La Pirandelliana. La storia è quella di due fratelli, Carlo e Cosimo Capitoni, i quali, con ironia, racconteranno e personificheranno sentimenti comuni a tutti, ricchi e poveri, istruiti e incolti. Al centro della rappresentazione le unioni, importanti e indissolubili, quelle in cui cui le promesse sembrano definitive ed eterne, ma che nel tempo si dissolvono come fumo nell’aria. È l’inizio degli anni Novanta, come ultima speranza per sopravvivere alla crisi Carlo e Cosimo Capitoni sono emigrati dalla Puglia verso una grande città del centro nord in cerca di fortuna. Gli affitti non sono certo alla portata delle tasche dei due fratelli, che decidono di trasformare un’ex cantina in un monolocale, ristrutturandolo a modo loro. Dopo trent’anni e dopo varie peripezie, dopo aver superato anche i loro fallimenti matrimoniali, si ritrovano a vivere di nuovo insieme lì, nella stessa cantina. Tutto ricomincia da dove tutto era iniziato, ma senza che nulla sia mutato nella loro vita. Cosimo, il fratello minore, ha trovato una possibile occupazione, un contratto a termine e mal remunerato. Carlo, il maggiore, con una misera pensione, senza reddito di cittadinanza e senza nessuna particolare capacità, è disoccupato. La situazione di indigenza e miseria va pian piano ad incrinare un equilibrio da sempre inossidabile e l’antica e fraterna complicità si sfalda davanti a una crisi non solo economica ma soprattutto umana. I due fratelli, da sempre uniti contro tutti, ora si trovano quasi nemici su sponde diverse, capaci di menzogne e cattiverie che li porteranno ad una rottura. Una regressione psicologica che li porterà verso uno scontro duro e rischioso che solo un amore fraterno e profondo, ricomporrà.
“Quello che vorremmo raccontare in questa ripresa teatrale”, spiegano Mancini e De Vita, “non è solo uno spettacolo realizzato da tre amici trent’anni fa. Tra le righe c’è anche la vera storia di quei tre amici che, dopo quel debutto, nel corso degli anni e nella realtà, per uno strano scherzo del destino, hanno vissuto realmente quel distacco e quella disgregazione di tre vecchie amicizie indissolubili”. Lo spettacolo, dunque, rappresenta un modo per ricordare con un sorriso e una lacrima il tempo andato, quelle amicizie e chi non c’è più.
Per info e prenotazioni circuito Vivaticket.
CURRICULUM ARTISTI
I nomi e i volti di Paolo De Vita e Mimmo Mancini sono inevitabilmente legati a due grandi successi cinematografici “made in Puglia”. Mancini, bitontino d’origine, da anni ormai residente a Roma, è “Nino Carrarmato” nel celebre “Lacapagira” di Alessandro Piva. De Vita, barese, è invece il “Maresciallo Capobianco” in “Che bella giornata” di Checco Zalone e Gennaro Nunziante. Ma sono solo i due film più famosi, perché nei loro curriculum c’è di tutto, compresa la recente serie “Qui non è Hollywood”, diretta da Pippo Mezzapesa.
Paolo De Vita ha lavorato con Marco Tullio Giordana ne “La meglio gioventù”, con Nanni Moretti ne “Il caimano”, con Woody Allen in “To Rome with love” e recentemente con Antonio Morabito in “Rimetti a noi i nostri debiti”. Anche lui ha lavorato con Piva, ma in teatro, recitando ne “L’aria amara”, e poi, per citare un altro grande nome, con Lina Wertmuller ne “La vedova scaltra”. In tv recentemente ha partecipato a “Renata Fonte” e a “Il vicequestore Schiavone”. Anche Mimmo Mancini ha recitato ne “Il caimano” di Moretti e recentemente a “Loro chi” di Francesco Miccichè e Fabio Bonifaci e a “Gli uomini d’oro” di Vincenzo Alfieri. Ha anche firmato soggetto e sceneggiatura di un lungometraggio, “Ameluk”, e di diversi cortometraggi. Lunghissimo l’elenco di serie tv e telefilm: solo per citarne qualcuno degli ultimi, “Aldo Moro il professore”, “Maxxi – Il maxi processo alla mafia”, “Renata Fonte” e “Squadra Antimafia”. In teatro l’ultimo spettacolo è stato “La guerra dei grandi” per la regia di Claudia Lerro.
Insieme Paolo De Vita e Mimmo Mancini hanno fatto diverse cose. Le più recenti sono una commedia brillante scritta ed interpretata da loro e diretta da Gisella Gobbi, “Se la legge non ammette ignoranza, l’ignoranza non ammette la legge”, e lo spettacolo “Non chiamateli Briganti”, sempre scritto da loro e diretto da Marcello Cotugno.