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BARI.XYLELLA: sciatterie ed errori dell’Arif non bastano a fermare abbattimenti. Ma il Tar apre uno spiraglio.

Ulivi scambiati per mandorli, alberi inesistenti, coordinate Gps sbagliate, “incredibile sciatteria” nelle operazioni di campionamento, tutto questo e molto altro ancora a quanto pare non è bastato ai giudici della terza Sezione del Tar di Bari per accogliere il ricorso di un proprietario di Castellana Grotte, raggiunto da diverse determine di eradicazione. Determine in cui si sommano errori su errori, che la Regione Puglia candidamente ha ammesso, ma che a quanto pare non sono stati sufficienti a fermare l’ecocidio, ormai perpetuato da quasi dieci anni ai danni della nostra Terra.

Come Ulivivo continueremo a fare tutto il possibile per informare e coinvolgere le persone: un’altra strada esiste, ed è già stata tracciata. Le sentenze di Ostuni lo confermano. Le migliaia di storie virtuose provenienti da tutta la Puglia di ulivi vivi, sani e produttivi, malgrado il batterio, ne sono la prova. Le sperimentazioni scientifiche in campo, i dati, il parere di sempre più ricercatori, le convalidano.

Intanto un barlume di speranza arriva dal ricorso contro il “Piano d’azione per contrastare la diffusione di Xylella 2023-2024″ impugnato da oltre trenta cittadini del sud barese. Malgrado la non accettazione della richiesta di sospensiva da parte dei giudici, giustificata dall’insussistenza di un rischio di pregiudizio irreparabile non essendo i ricorrenti stati raggiunti da alcuna misura di eradicazione, la decisione di rimandare alla discussione nel merito senza nulla eccepire di negativo rispetto a questo, ci lascia ben sperare che, una volta entrati nel merito, si possa effettivamente discutere di questo, con onestà e chiarezza. Ce ne sarebbe un immenso bisogno.

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