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D’Amato (Greens): inceneritore di Modugno, l’Ue ritiri il suo finanziamento

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La realizzazione dell’inceneritore NewO, che giustamente tra Bari e Modugno raccoglie il fermo NO di cittadini, associazione sindaci dei Comuni interessati, era stato finanziato con fondi europei. E’ il caso di capire se quel finanziamento sia stato o meno revocato visto che l’impianto a tutt’oggi non è attivo. Andiamo per ordine.

Sul punto sto presentando un’interrogazione alla Commissione Ue, ma è bene ricordare come il progetto della NewO, non potendo essere finanziato con il fondo per l’efficienza energetica, chiese ed ottenne un finanziamento di 10 dieci milioni di euro sul PO FESR 2014-2020 “Puglia” – priorità I (R&S e innovazione) e III (PMI). La proposta di progetto fu presentata alla Regione Puglia il 23 dicembre 2016. L’anno dopo, il 30 giugno 2017, fu considerata ammissibile. L’impianto, com’è noto, avrebbe poi ottenuto – è storia recente – una proroga della Valutazione di Impatto Ambientale senza che siano stati effettuati approfondimenti su tipologia, provenienza e modalità di trasporto dei rifiuti che saranno trattati.

 
Ribandendo la mia ferma contrarietà alla realizzazione di questo inceneritore tra Bari e Modugno, nella Puglia che di rifiuti, discariche ed inceneritori già soffre abbastanza,  penso sia importante sapere dalla Commissione Europea se il finanziamento concesso alla NewO sia stato confermato, riprogrammato o revocato in quanto l’impianto non è entrato in esercizio.
 Vale la pena ricordare, inoltre, che la Commissaria per le politiche regionali, Cretu, in risposta ad una mia interrogazione riguardante il bando emanato dalla Regione Puglia sull’efficientamento energetico delle pmi, affermava che i fondi dell’UE della programmazione 2014/2020 dovevano sostenere unicamente interventi volti a incrementare l’efficienza energetica degli impianti in cui i materiali e il relativo ciclo di produzione siano recuperati e riciclati, ad esclusione delle attività di raccolta, smaltimento, discarica e incenerimento dei rifiuti.
Nel contesto delle attività di trattamento dei rifiuti, insomma, sarebbero stati ammissibili solo investimenti rientranti nelle sottocategorie di attività economiche (classificazione Ateco 2007) in linea con gli obiettivi dell’Ue dell’economia circolare.
 
L’impianto proposto da NEWO non poteva essere finanziato con fondi dell’UE in quanto rientrante sotto il codice Ateco 38.22.00: “Trattamento e smaltimento di rifiuti pericolosi attraverso la tecnologia della ossi-combustione con il recupero di materia e senza utilizzo di risorse idriche”, sostanzialmente un nuovo tipo di inceneritore e, pertanto, non in linea con le indicazioni della Commissione Europea secondo la quale «Il collocamento in discarica o l’incenerimento da solo non dovrebbero più beneficiare di sovvenzioni in futuro».

Quel finanziamento era già da revocare? A questa mia domanda, la commissaria Vestager risponde parlando di progetto “in fase di valutazione”. Intanto, è arrivata la proroga alla Via! Ma i cittadini di Bari e di Modugno, come tutti i pugliesi, hanno il diritto di sapere se quel finanziamento di 10 milioni sia stato o meno revocato, come ritengo sia opportuno fare, visto che l’impianto non è attivo.

 
 
Rosa D’Amato
eurodeputata del gruppo Greens/EFA
 
 
 


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