Chiusura Ostetricia e Ginecologia Francavilla F.na.PRC:Un’altra chiusura, un’altra ferita alla già martoriata sanità brindisina
Questa volta si tratta della chiusura della UOC di Ostetricia e Ginecologia del Presidio Ospedaliero di Francavilla Fontana, P.O. che rischia la chiusura di altri reparti come la Ortopedia se non la chiusura del P.O. stesso per la ormai atavica carenza di personale medico e infermieristico. Vi è una grave omissione organizzativa del management della ASL BR o vi è una pervicace determinazione a CHIUDERE, facendo morire il Servizio Sanitario pubblico, che forse è la filosofia di fondo del Governatore Emiliano (e non solo)? La situazione è drammatica, ma avere un unico punto nascita o un unico reparto di ortopedia (quelli del Perrino) nella ASL BR NON può essere la soluzione. Nella nostra Provincia c’è già il più basso tasso di posti letto x 1000 abitanti ( 2,37 per acuti, standard che scende ancora di più nella realtà tenendo conto dei posti letto realmente attivati, senza sottacere la carenza di posti letto per il post acuzie) che non possono garantire la corretta gestione della domanda di salute della popolazione. Che accadrà al “Perrino”? Sarà sempre più difficile garantire la diagnostica di urgenza, le liste di attesa saranno lunghissime o bloccate per la mancanza di strumenti e medici, che scarseggiano in varie specialità (anche per la poca attrattività multifattoriale di Brindisi), costringendo i pazienti, se possono economicamente, a viaggiare per andare dove si può essere sottoposti agli esami (con tutti i rischi connessi all’allungamento dei tempi diagnostici e terapeutici), riduzione di fatto dei posti letto rispetto alla domanda…
Aumenterà il rischio clinico per gli operatori sanitari che lavorano nei servizi pubblici ancora aperti (che sono sottoposti a notevole stress lavoro correlato, a responsabilità medico legali, a burn out ed esposti anche alla rabbia dei cittadini con aumento degli atti di aggressività verso gli operatori) ma anche per tutti i cittadini.
Vanno garantiti i servizi sanitari ai cittadini e la tutela degli operatori, che devono essere messi in grado di lavorare in qualità e serenità e garantire realmente il diritto alla salute e alle cure migliori possibili a tutti i cittadini, cosa messa fortemente a rischio dalla Autonomia Regionale Differenziata voluta dal Governo.
Per questo chiediamo che vi sia da parte del Governatore Emiliano e da parte di tutti gli organismi istituzionali interessati, dal Prefetto ai Sindaci, al Presidente della Provincia, al Management ASL, agli Ordini Professionistici in particolare Medici e Infermieri, ai Sindacati, una assunzione di responsabilità chiara, coerente e coesa che vada verso la soluzione dei problemi (anche attraverso urgenti decisioni per attivare ad esempio procedure di mobilità regionale, per garantire i LEA, la realizzazione del Piano di Riordino Ospedaliero finora realizzato solo per le chiusure, aprire e far funzionare i PTA previsti negli stabilimenti ospedalieri chiusi, potenziare il territorio, ecc.) non verso la mera chiusura di servizi che aggravano la già precaria situazione del servizio sanitario pubblico nel nostro territorio. Riorganizzare il servizio Sanitario Pubblico della nostra Regione e Provincia in particolare, non tagliare ulteriormente la spesa, potenziare il territorio, prevenire le malattie il più possibile, trovare risorse attraverso la lotta agli sprechi, al malaffare, favorire percorsi di Miglioramento continuo della Qualità, implementare la cultura della valutazione, della appropriatezza prescrittiva, del controllo per migliorare e non vessatorio favorendo percorsi di Miglioramento continuo della Qualità, programmare adeguatamente il fabbisogno di medici, infermieri e altri operatori sanitari, costruire la integrazione tra Ospedale e territorio.
Rifondazione Comunista non partecipa a nessuna competizione elettorale in provincia ma continua nello studio e nell’elaborare proposte alla soluzione dei problemi e criticità dei cittadini come in primis la salute pubblica. Un lavoro che viene da lontano e va oltre le elezioni dove si spendono buoni propositi puntualmente inattesi subito dopo.
Per questo mettiamo a disposizione le nostre conoscenze e proposte chiedendo un confronto serio alle autorità presenti (Presidente della Provincia e Sindaci in carica) e futuri (candidati Sindaci della prossima tornata elettorale).
Insomma mettere la salute al centro della politica: NO alla chiusura dei servizi sanitari, NO alla privatizzazione, NO alla autonomia regionale differenziata (basta il silenzio)! Salviamo i Servizi Sanitari pubblici.