“La protezione speciale attualmente in vigore per i richiedenti asilo incoraggia gli sbarchi nel nostro Paese, se si parla di diritti dobbiamo considerare però le ripercussioni che un tale numero di persone ha sul sistema di accoglienza italiano, del tutto insufficiente a tutelarle. Le Forze dell’Ordine messe in campo non sono in grado, da sole, di gestire una tale crisi umanitaria”, così Antonio Nicolosi, segretario generale di Unarma, associazione sindacale dell’Arma dei carabinieri, “Come abbiamo più volte denunciato, carabinieri e agenti sono costretti a
colmare l’assenza delle istituzioni negli hotspot e nei Cie, improvvisandosi spesso operatori umanitari e sociali. A Gorizia, per esempio, i carabinieri affrontano ogni giorno file chilometriche di residenti asilo e di pratiche burocratiche per cui mancano personale preparato, traduttori e assistenti sociali. Bisogna trovare”, prosegue
Nicolosi, “un’altra soluzione sostenibile all’annosa problematica dell’accoglienza in Italia, sia per chi scappa sia per chi vuole rimanere nel nostro Paese e contribuire. Il decreto Cutro fa ordine tra il principio di coerenza della protezione speciale e quello di convenienza, stiamo pagando il prezzo della nostra solidarietà a livello di sicurezza interna”.