Abbiamo preso atto che alcune forze politiche locali hanno raggiunto un  accordo elettorale, superando recenti divisioni. Questa ritrovata un ità è nata a  seguito di un incontro a cui alcune forze politiche collocate a sinistra non  hanno partecipato e di cui non è stato reso noto agli ostunesi il contenuto. Non  è dato, quindi, sapere se gli accordi riguardino una comune visione del futuro  di Ostuni, in reale discontinuità con le scelte del passato o se si tratti di un  accordo elettorale teso unicamente a riprendere le fila di un’azione  amministrativa deludente e inefficace, conclusasi nel 2014. 

La presenza, da protagonisti e non da semplici comprimari, di antichi  amministratori degli anni 2000 induce a ritenere che l’accordo raggiunto abbia  l’unico scopo di restaurare un grumo di potere già amp iamente sperimentato,  caratterizzatosi principalmente: a) per la scarsa trasparenza amministrativa; b)  per la scelta scellerata della mancata adozione e approvazione dello strumento  urbanistico che ha favorito il consumo del suolo e la speculazione edilizia; c)  per l’occupazione asfissiante del potere; e che ha spesso operato per ridurre e  mortificare la partecipazione dei cittadini. 

Il campo largo del cosiddetto centrosinistra tanto largo poi non sembra  essere, vista l’assenza di forze politiche come S.I., Rifondazione Comunista,  Verdi e Potere al Popolo, mentre intatta resta la presenza di candidati  dichiaratamente di destra. 

Il Paese, dopo lo scioglimento del Consiglio comunale, avrebbe meritato un’ampia discussione e analisi dei fatti che hanno determinato tale grave 

situazione, del tutto assente invece nel corso di questi ultimi mesi e anche nel  corso della campagna elettorale in corso. 

Assordante è il silenzio e preoccupa la sottovalutazione d i quanto  avvenuto, comune a entrambi gli schieramenti in campo, evidentemente consci  di responsabilità comuni, che hanno visto la luce da anni. 

L’adesione supina a un modello di (sotto)sviluppo fondato esclusivamente  sul turismo non è messa in discussione da nessuno dei protagonisti della vita  politica ostunese e ha generato e genera problemi enormi di consumo e  degradazione del territorio e di sfruttamento dei lavoratori. Su questo le  responsabilità della politica sono evidenti e nascono da una scelta part orita sin  dall’inizio degli anni 2000, che ha fissato i confini, assai labili, entro i quali  si sarebbe svolta l’attività imprenditoriale. 

La coalizione di centrodestra, che ha governato negli ultimi anni, non è  riuscita a cambiare il verso di tale dissennata direzione e si presenta al Paese  senza aver fatto davvero i conti con il recente passato. L’inefficacia  dell’azione amministrativa registrata nel corso dell’ultima consiliatura, pur  con alcune eccezioni giunte dagli assessorati all’Urbanistica e ai Lavori  Pubblici, non induce a ritenere adeguata la proposta politica della coalizione  di centrodestra, la quale ha mostrato di sottovalutare l’inefficienza della  macchina amministrativa, peccando di scarso coraggio e macchiandosi di scelte  poco trasparenti in relazione ai fatti che hanno dato avvio all’iter  amministrativo che ha preceduto il decreto di scioglimento per infiltrazioni  mafiose. 

Ci preme rivolgere a tutti i protagonisti delle vita politica ostunese un  accorato appello.

Ostuni ha bisogno, da orma i troppo tempo, di programmare il futuro. Non  c’è più tempo da perdere e occorre avviare sin da subito il percorso, partecipato  e che veda l’ausilio di esperti geologi, naturalisti e urbanisti, per l’adozione e  l’approvazione del Piano Urbanistico Generale . 

Occorre riflettere adeguatamente circa le cause che hanno determinato e  determineranno in futuro i problemi di erosione della costa, di salinizzazione  e impoverimento delle falde e regolare l’azione amministrativa tenendo ben  presente la tutela del patrimonio naturalistico, storico, architettonico che è  bene immateriale e materiale comune a tutti i cittadini e che ci consente di  essere meta apprezzata del turismo locale e internazionale e luogo privilegiato 

di investimenti, che vanno accompagnati e adegua ti ai reali bisogni della Città. Difendere il patrimonio esistente e valorizzarlo, evitando estemporanei  interventi di pura speculazione e fermando ogni progetto di nuovo consumo  del suolo, deve essere l’obiettivo di tutti coloro i quali si candidano a gui dare  la futura amministrazione cittadina. 

Tutelare il Bianco e proseguire nel percorso di recupero e valorizzazione  degli orti storici periurbani è obiettivo indefe ttibile e sul quale ognuno dovrà impegnarsi a fondo. 

Ostuni ha bisogno di ingenti investimenti, pubblici e privati, rivolti alla  conservazione e valorizzazione dell’esistente. Abbiamo un patrimonio  immobiliare sproporzionato rispetto alle esigenze, eppure inadeguato, per costi e condizioni di locazione, al bisogno delle giovani generazioni, costr ette  spesso a spostare la propria residenza altrove. 

Ostuni ha bisogno di restituire alla fruizione collettiva interi pezzi di  paese da anni ormai di fatto privatizzati.

Gli ostunesi hanno bisogno di parchi pubblici e attrezzature e strutture  sportive liberamente e gratuitamente fruibili. 

Fare di Ostuni una cittadina vivibile, facilmente percorribile a piedi e in  bicicletta, deve essere l’obiettivo primario di tutti e tanto vi è da fare in merito. Fare rete, utilizzare al meglio e potenziare gli strumenti di partecipazione  previsti dallo Statuto comunale, aprirsi alla società , deve diventare un metodo  di governo della Città, che altrimenti sarà sempre preda di interessi particolari. I futuri amministratori dovranno lavorare in sinergia con il Comando di  Polizia Locale, l’Ispettorato del lavoro, l’A.S.L., la Capitaneria di Porto, il  Commissariato di Polizia, i Carabinieri e la Guardia di Finanza al fine di  eseguire regolarmente controlli sulle condizioni sanitarie e sulle condizioni di  lavoro dei dipendenti delle attività economiche ostunesi (dai supermercati in  giù), spesso vessati da spericolati prenditori locali, oltre che per far emergere  dal nero le attività ricettive oggi sconosciute al fisco. 

Ostuni Bene Comune, come in passato, sarà presente sul territ orio per  favorire lo sviluppo di progetti utili alla crescita culturale, sociale ed  economica del Paese, ponta a collaborare con chi vorrà condividere alcune  delle proposte enunciate e pronta a denunciare eventuali sviamenti dell’attività  amministrativa, come punto irriducibile di contrasto di ogni tentativo di  mettere o rimettere “le mani sulla città”. 

 

Il Collettivo di Ostuni Bene Comune