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“C’è stato forse un tempo”, Massimo Caponnetto presenta il suo libro a Mesagne

Lo scrittore Massimo Caponnetto, figlio del giudice Antonino Caponnetto, sarà a Mesagne sabato 20 maggio alle ore 19.30 nell’Auditorium del Castello comunale per presentare il suo libro “C’è stato forse un tempo”, Edizioni Piagge. L’appuntamento, organizzato dalla Scuola di Formazione “A. Caponnetto” e dall’associazione culturale Scintilla, rientra tra le iniziative promosse dall’Amministrazione comunale di Mesagne nell’ambito del programma “Germogli di Legalità”. Ingresso libero.

La presentazione del libro giunge a pochi giorni dal trentunesimo anniversario della strage di Capaci e vuole essere un tributo agli eroi che con la loro vita hanno permesso alle generazioni future di poter vivere in una società più libera e meno intrisa di violenza e oppressione”, spiegano gli organizzatori. Dopo i saluti istituzionali del sindaco della Città di Mesagne, Antonio Matarrelli, dell’assessore ai Percorsi di Legalità, Anna Maria Scalera, e l’introduzione della vicepresidente della Scuola di Formazione “A. Caponnetto”, Raffaella Argentieri, saranno Regina Cesta, coordinatrice del Festival del Libro Emergente, e il direttore della testata online QuiMesagneCosimo Saracino, a dialogare con l’autore.

Perché le storie d’amore, quelle che sanno incontrare il corso della Storia senza perdere la loro semplicità e la loro purezza, emozionano, sempre”. Si conclude così “C’è stato forse un tempo”, un racconto intimo, tenero, sulla lunga storia d’amore tra il giudice Caponnetto e la moglie Elisabetta. Su un legame inossidabile, che incrociò quel capitolo cruento di storia italiana coincidente con la storia della Sicilia degli anni Ottanta, della lotta alla mafia, delle stragi di Capaci e Via D’Amelio. Caponnetto, che fu a capo del pool antimafia di Palermo, dopo le stragi di matrice mafiosa che uccisero Falcone e BorsellinoFrancesca Morvillo e gli uomini e le donne della loro scorta, decise che avrebbe speso le sue energie per raccontare la storia di coloro che, nonostante i depistaggi e gli ostacoli incontrati sul proprio cammino, contribuirono a cambiare il volto della Sicilia.

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