“Il personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco non è assicurato presso l’Inail, si è spiacenti di comunicare che i dati richiesti non sono disponibili”. È quanto si legge nella risposta ricevuta dalla Direzione Centrale Rapporto Assicurativo – Ufficio gestione prestazioni economiche, alla mia lettera spedita alla presidenza Inail e per conoscenza al Ministro dell’Interno e al Ministro della Salute.
Chiedevo informazioni sui dati epidemiologici relativi alle patologie contratte dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

I Vigili del fuoco italiani non sono assicurati Inail, insomma. Lo Stato affida loro il compito di intervenire celermente ovunque, h24, venga segnalata una situazione di pericolo per persone, animali e cose.. ma l’Istituto Nazionale per gli Infortuni sul Lavoro non li garantisce dalla prevenzione alla tutela come invece, giustamente, avviene per milioni di altri lavoratori. Lo scorso marzo, Raffaele Cozzolino – in rappresentanza dei lavoratori del Corpo – ne ha parlato al Parlamento Europeo durante un’audizione che abbiamo ottenuto come primo passo di una strada che continueremo decisamente a percorrere affinché i Diritti dei VVFF vengano pienamente riconosciuti. Il problema non è soltanto italiano, va detto. Cominciamo però ad occuparcene concretamente noi italiani per i nostri concittadini Vigili del Fuoco.

Faccio mia la battaglia di Raffaele Cozzolino, dei suoi colleghi, di tutti i “soldati” di questo esercito coraggioso ma a quanto pare privo di un’adeguata corazza normativa contro malattie professionali, incidenti sul luogo del lavoro (che per i VVFF è luogo ogni giorno diverso, per definizione!), esposizione ad emissioni spesso nocive e, quindi, con potenziale alta probabilità di contrarre patologie conseguenti. L’Inail però non dispone dei dati epidemiologici riguardanti il corpo dei Vigili del fuoco. Semplicemente perché per l’Inail questi lavoratori formalmente non esistono. Un grave paradosso italiano che merita attenzione politica, denuncia sociale e approfondimento pubblico. La risposta alla mia lettera è eloquente. Com’è noto, il personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco interviene quotidianamente su crolli, incendi di strutture, rifiuti e discariche che spesso contengono inquinanti invisibili e pericolosissimi per la salute umana. L’esposizione continua a tali inquinanti può causare alcune gravi patologie, quali tumori o malattie neurodegenerative. Patologie che spesso si manifestano quando il lavoratore è in pensione.

Stando alla risposta dell’Inail, però, sembra non esista un registro nazionale delle malattie professionali riguardanti il personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Sarebbero utili, inoltre, dati relativi a mortalità e morbilità relative alle malattie professionali contratte che riguardino sia il personale in attività sia i pensionati. Un fatto grave, una lacuna che lo Stato italiano deve assolutamente colmare a beneficio di chi, nell’immaginario collettivo, e giustamente, è l’istituzione che garantisce prontezza, affidabilità, coraggio e capacità di intervento costante a tutela di persone, animali e cose nel nostro Paese. A fronte di qualsiasi incidente quotidiano o calamità naturale…
Una battaglia politica oggi soltanto alle prime fasi..

Rosa D’Amatoeurodeputata del gruppo Greens/EFA