Il «caso» dell’avanzamento di livello del CCNL, solo per alcuni lavoratori della società partecipata dalla Provincia di Brindisi, disposte dall’ex amministratore e ora sindaco di Brindisi Pino Marchionna – poco prima da dimettersi dall’incarico -, è un fatto molto grave che merita gli opportuni approfondimenti.

Al di là del dato politico della «questione di opportunità» e della eventuale «incompatibilità» relativa agli incarichi ricoperti dal primo cittadino, la Camera del lavoro e alla Filcams Cgil di Brindisi   stigmatizzano il «dato sindacale» e della «trasparenza amministrativa». In base a quale criterio – se non quello puramente discrezionale – sarebbero state disposte queste promozioni dal momento che non vi è stata alcuna contrattazione con le parti sociali (sindacati e/o RSA presenti all’interno della partecipata della Provincia)?

Come Camera del lavoro e come Filcams Cgil, avevamo richiesto più volte un innalzamento dei livelli contrattuali per alcuni dipendenti e la contrattazione di secondo livello per tutti i lavoratori. Ci è stato sempre risposto che per questioni finanziarie della società la progressione delle carriere non era sostenibile.

Poi si scopre che, proprio poco prima delle dimissioni per andare a ricoprire la carica di sindaco – strana anche la tempistica -, l’avanzamento era sostenibile, ovviamente per pochi eletti, e senza alcuna contrattazione sindacale o un criterio di merito reso noto pubblicamente.

Corre l’obbligo ricordare che – a seguito della Riforma Del Rio del 2015 – diverse competenze non sono più in capo alle Province e da circa 8 anni la riduzione di risorse statali ha progressivamente depauperato le casse provinciali con conseguente ridimensionamento degli affidamenti da parte del socio unico Provincia alla partecipata in house Santa Teresa.
La fragile situazione economica ha reso necessario il ricorso agli ammortizzatori sociali, tra questi l’utilizzo di 26 settimane di Fondo di Integrazione Salariale, che scadrà il 30 giugno 2023.
Per tale motivo, risulta davvero grave che a fronte dell’utilizzo di ammortizzatori sociali e dalla complessa situazione economica della Società portata anche sui tavoli della Task Force regionale, senza alcuna comunicazione preventiva, si compiano siffatte operazioni non trasparenti.

Al di là del fatto che ora gli avanzamenti siano stati congelati – e lungi dal voler penalizzare i lavoratori nella loro gratificazione, che andrebbe estesa a tutti come abbiamo sempre sostenuto – le spiegazioni fornite dal diretto interessato ci convincono poco quanto niente.

Per tali motivi abbiamo scritto al prefetto di Brindisi, così come al presidente della Provincia e della Task force regionale per l’occupazione per chiedere gli opportuni chiarimenti e approfondimenti della vicenda. 

La Cgil e la Filcams di Brindisi, reputando legalmente doverosa la sospensione di questi atti avvenuta su richiesta esplicita del presidente della Provincia, chiedono un incontro urgente all’Amministrazione provinciale e a S.E. Il prefetto di Brindisi per poter porre urgentemente la questione più grave della mancanza di un piano industriale della Santa Teresa S.p.A., la sua fragile situazione economica e fugare qualsiasi imbarazzante coincidenza temporale tra riconoscimento di livelli per alcuni lavoratori e l’ultimo giorno di Marchionna amministratore della Santa Teresa, prima di essere eletto sindaco di Brindisi.

Giudichiamo il fatto particolarmente grave soprattutto per via della mancata trasparenza e della mancata contrattazione sindacale che, per l’adozione di tali provvedimenti, non possono essere bypassati o aggirati e poi presentati alla chetichella prima di congedarsi e passare a ruoli istituzionali che richiedono proprio la massima trasparenza e correttezza.

 

 

Claudia Nigro                                                                           Antonio Macchia

Segretaria Generale                                                                  Segretario Generale

Filcams Cgil Brindisi                                                                Cgil Brindisi