E’ a dir poco inconcepibile che la sanità pubblica a Brindisi sia stata degradata a diritto costituzionale (art. 32) pressoché inesigibile, un sistema acefalo, un corpo malato e senza testa pensante.
Manifestazioni di protesta, denunce, comunicati stampa, dimissioni, madri che partoriscono in auto, reparti chiusi o a rischio di chiusura, medici che fuggono via o che rinunciano a venirci, neppure quelli già in quiescenza: nulla di tutto questo sembra scalfire quel minimo di coscienza proattiva che pur consideriamo doveroso, come Cisl, pretendere dalla politica ed ancor più da donne e uomini delle istituzioni pubbliche.
E’ uno scandalo che meriterebbe una ribalta nazionale, un intervento diretto del Governo tramite, magari, il sottosegretario alla Presidenza del consiglio, stante la sua appartenenza territoriale; e, forse, un commissariamento, affinché si ponga fine a questo vero e proprio scempio sociale, senza che prima qualsivoglia incidente faccia traboccare il vaso della grandissima pazienza finora manifestata da cittadini, anziani, giovani, donne, uomini, persino da minori e da bambini appena nati.
Oramai nessun pannicello caldo potrà rimuovere quel vero e proprio collasso annunciato dei reparti che chiudono (Ostetricia, Ginecologia ed Ortopedia rispettivamente nei nosocomi di Francavilla Fontana ed Ostuni; e, probabilmente, Chirurgia generale al Perrino di Brindisi), degli interventi chirurgici programmati da settimane ma sospesi per mancanza di personale medico, senza dimenticare il mancato abbattimento trasparente e non surrettizio delle Liste d’attesa sia per le visite specialistiche sia per i ricoveri e sia per gli interventi (che solo al Perrino ammonterebbero a 600) e la difficoltà di garantire tutti i servizi sanitari.
Appare surreale, poi, che come sindacato si sia ottenuto che per il pieno coordinamento con gli altri atti di programmazione, i Piani aziendali delle Asl dovranno confermarsi coerenti con la concreta implementazione ed il rafforzamento della rete territoriale di assistenza sanitaria e socio sanitaria; e, al contempo, che tavoli aziendali con i Direttori Generali monitoreranno trimestralmente, con un crono programma prestabilito, il rafforzamento della sanità territoriale attraverso i servizi forniti dai PTA, svolgendo un’azione di verifica dell’attuazione del PNRR e del personale da destinare alle nuove strutture.
Surreale non solo perché un Direttore generale alla Asl di Brindisi neppure esiste ma, soprattutto, perché è difficile considerare razionalmente, a fronte di un blocco delle assunzioni per ripianare un disavanzo di spesa sanitaria di 450 ml di euro, che presso il Reparto di Neonatologia del Perrino sia stata concordata una retribuzione di 100 euro all’ora nette più il rimborso spese per i medici che verranno da Bari per coprire i turni, soprattutto quelli notturni, nel reparto Utin.
Ecco l’esempio eclatante di un pannicello caldo che apporterà più guasti che benefici ad un sistema che richiede, invece, interventi strutturali e non rimedi momentanei.
La politica, le istituzioni, la classe dirigente di questo territorio, non diano tregua a chi può e deve assumere atti e definire strategie condivise che, una volta elaborate non diventino poi carta straccia.
In altri termini occorre dare urgente attuazione nel concreto, sul territorio, in favore delle persone e dei più fragili, a quella “capacità di programmazione sanitaria” tanto declamata ed esibita, in uno con la “capacità di azione e raccordo tra indirizzi comunitari europei ed esigenze territoriali specifiche” di cui tanto si legge.
Come Cisl continueremo a denunciare ma anche ad assicurare la nostra disponibilità a partecipare ed a contrattare, come dimostrato in tutte le occasioni di incontri già tenuti al tavolo del PNRR, con la profonda consapevolezza che non basta la denuncia né la mobilitazione fine a se stessa a cambiare le cose ma la condivisione delle scelte da compiere.