“I numeri sono numeri, infatti, qualcuno ha sempre sostenuto che la matematica non è un’opinione… e allora è evidente che c’è qualcuno che più che interpretare i numeri li dà. Due giorni fa il segretario regionale del Pd, Domenico De Santis ha sostenuto, commentando uno studio di consulenti del lavoro su dati Istat, che: «La Puglia è la regione dove è cresciuta di più l’occupazione in Italia. In 4 anni l’aumento di 100.000 occupati in più e un aumento netto dell’8,6% è un dato eccezionale. Nessuna regione italiana ha registrato un aumento tale sia in termini assoluti che percentuali.>>

“Ma oggi, sempre secondo i dati del rapporto Istat (‘Noi Italia’) risulta che: la Puglia è prima in Italia per incidenza di povertà relativa con il 27,5%. Al secondo posto la Campania (22,8%) e al terzo la Calabria (20,3%). La media nazionale è dell’11,1%. Non è l’unico record negativo, un altro riguarda proprio il tasso di disoccupazione, anche in questo caso la Puglia registra un altro record negativo sul fronte delle differenze di genere, facendo segnare il divario più alto (5,5%) a sfavore delle donne.

“Come dire che in Puglia si verifica che si hanno più nuovi occupati rispetto alle altre regioni, ma siamo la regione con il maggior divario di povertà e le donne pugliesi sono le più penalizzate d’Italia nel mondo del lavoro. È evidente che siamo di fronte a dati che vogliono dire ben altro: ovvero che nonostante le nuove occupazioni gli italiani più poveri sono in Puglia. Questo il dato che dovrebbe commentare De Santis e farci comprendere come mai le politiche del lavoro non producono ricchezza… forse perché servono più a gestire potere e consenso che generare sviluppo?”