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Libera e Gruppo Abele presentano la II edizione del Rapporto che fotografa l’attivazione e la conoscibilità dei progetti del PNNR

In Puglia su 50 progetti(o meglio CUP, codici unici di progetto) dei 132 mappati da Libera non sono presenti (o almeno non sono coincidenti)nel database istituzionale Italia Domani : una differenza per il 38% per cento dei progetti.

Libera  “La discrepanza tra i dati raccolti rende molto difficile ricostruire quali e quanti siano effettivamente i progetti Pnrr. Non possono esistere “due trasparenze”, una garantita dallo Stato centrale e una da parte dei Comuni.”

Le cinque domande di Libera e Gruppo Abele  al decisore nazionale e locale, rispetto al PNRR

Grande è la confusione sotto il cielo del PNRR. Da mesi si parla di PNRR di bandi, di riformulazione di progetti ma la verità è che il PNRR continua ad essere una piano misterioso: siti istituzionali incompleti, dati che non coincidono, una trasparenza che viaggi su binari diversi e mai coincidenti. La denuncia arriva da Libera e Gruppo Abele che presentano la II Edizione del rapporto “Il PNRR ai raggi X” che fotografa l’attivazione e la conoscibilità dei progetti del PNNR. Il rapporto curato Progetto Common – Comunità monitoranti di Libera e Gruppo Abele in collaborazione con la rivista lavialibera è un monitoraggio civico che ha visto la partecipazione di  124 volontarie e volontari dei presidi territoriali di Libera. 

Il rapporto parte dal presupposto che visto l’assenza e la carenza di dati a livello centrale come Libera e Gruppo Abele abbiamo monitorato e censito i progetti dal basso, chiedendo conto direttamente ai 109 comuni capoluoghi di provincia, in quanto soggetti attuatori di PNRR, nel momento in cui hanno certificato e messo a bilancio le risorse del Piano. Con la nostra metodologia è stato possibile mappare 1731 progetti per 92 dei 109 Comuni capoluogo di provincia”  per una spesa totale di circa 6 miliardi di euro. Per 133 dei 1731 progetti mappati non è stato possibile individuare il  CUP (codice unico di progetto) una sorta di “codice fiscale” dato essenziale per l’identificazione di un progetto. Confrontando il dataset di Libera con i dati sui progetti di PNRR rilasciato in Italia Domani (giugno 2023) c’è una gigantesca differenza che non si riesce a spiegare: 900 progetti (o meglio CUP, codici unici di progetto) dei 1598  mappati da Libera  non sono presenti (o almeno non sono coincidenti) nel database istituzionale: una differenza per il 56%, ben oltre la metà. 

I dati risultano ancora diversi se si va a incrociare il database di Libera con quello reso disponibile dall’Autorità anticorruzione (ANAC) . Di 1598 risultano 328 progetti (o meglio CUP) mappati da Libera  (il 21% di quelli verificabili) non presenti o almeno non coincidenti con questo database istituzionale al 05/06/2023 . Se proviamo a comparare il database di Libera con entrambi i database (Italia Domani e “ANAC/OpenBDAP  sono166 (10% di quelli del nostro database) i progetti (o meglio i CUP) che esistono solamente nel nostro database. 

In Puglia con la nostra metodologia è stato possibile mappare 145 progetti nei capoluogo di provincia per una spesa totale di circa circa 370 milioni di euro. Per 13 progetti non è stato  possibile individuare il  CUP (codice unico di progetto) una sorta di “codice fiscale” dato essenziale per l’identificazione di un progetto. Confrontando il dataset di Libera con i dati sui progetti di PNRR rilasciato in Italia Domani (giugno 2023) in Puglia  c’è una  differenza che non si riesce a spiegare:50  progetti dei 132 mappati da Libera non sono presenti (o almeno non sono coincidenti)nel database istituzionale: una differenza per il 38%.

Ai capoluoghi di provincia è stato chiesto attraverso la domanda di accesso civico “generalizzato” (cosiddetta FOIA, acronimo di Freedom Of Information Act) di fornire informazioni e dati circa la quantità di denaro speso per singolo progetto, l’origine di quel denaro (chi è il soggetto titolare) e l’obiettivo di ogni progetto. In Puglia hanno risposto positivamente  inviando i documenti richiesti 5 su 8 capoluoghi di provincia (63%)

Davanti questa fotografia non ci sorprende se Secondo una recente indagine di Demos per Libera il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) viene dipinto come un oggetto misterioso nella percezione delle cittadine e dei cittadini. Circa sette intervistati su dieci (68%) affermano di averne “nessuna” o “scarsa conoscenza”. Contestualmente, la stessa indagine mostra che è alta la preoccupazione che la grande mole di denaro impiegata in investimenti pubblici possa favorire infiltrazioni mafiose. Infatti, ben l’88% degli intervistati ritiene che il PNRR – per quanto avvolto in una nebbia di incertezza sulla sua reale natura – sia comunque a rischio di corruzione e infiltrazioni mafiose, presumibilmente al pari di ogni altra forma di investimento di risorse pubbliche in Italia.

 “In Pugliacommenta Federica Bianchi, coreferente di Libera Puglia – considerando i dati dei soli capoluoghi di provincia, il quadro dei dati non ci permette di sapere dove il PNRR si stia concretizzando. Chiediamo trasparenza e inclusione nelle scelte e nella rendicontazione del PNRR a livello locale. Per capire davvero dove sia il PNRR, il rispetto dei principi della completezza e della certezza dei dati dovrebbe essere un’indispensabile premessa. Tuttavia, i risultati che presentiamo vanno nella direzione opposta e la trasparenza è ancora una chimera.  Non possiamo perdere l’occasione del PNRR. Il cambiamento passa per la capacità dello Stato di garantire partecipazione e rendicontabilità.”

Cinque le questioni sollevate dal rapporto di Libera e Gruppo Abele  al decisore nazionale e locale, rispetto al PNRR: 

Perché i dati da noi raccolti interpellando i Comuni non coincidono con quelli istituzionali? E che ne è dell’unicità del dato per i progetti di PNRR?

Come facciamo a ricostruire la filiera informativa dei progetti di PNRR fin dalla fase decisionale, se vengono cambiati in corsa gli elementi tramite i quali poter confrontare i dati? 

Quando è prevista la pubblicazione del portale di PNRR fondato su “trasparenza, semplicità, immediatezza e personalizzazione”, per come promesso nel PNRR stesso? 

Perché questo duplice rilascio con tempistiche inusuali? E con quale frequenza saranno aggiornati i dati d’ora in avanti?

Quanti e quali sono quindi i progetti di PNRR oggi attivi in Italia? 

In seguito alla gran confusione e l’impossibilità di ottenere informazioni pulite e chiare in un clima politico insofferente a qualsiasi forma di controllo esterno, Libera e Gruppo Abele avanzano al Governo due proposteistituire un portale unico nazionale che diffonda i dati aggiornati e trasparenti sul Piano; alle amministrazioni comunali di dotarsi di pagine specifiche per i progetti, così che non possano esserci dubbi sul come e il perchè un comune decida di utilizzare le risorse del Piano.

Come Libera e Gruppo Abele riteniamo che  un buon modo per generare un modello di attuazione del PNRR che risulti più resistente all’infiltrazione corruttiva e dei clan è nella ricerca di risposte alle cinque domande che presentiamo in questo report, capaci di attivare un processo virtuoso che può e deve tradursi in soluzioni organizzative concrete da parte dei decisori, tanto a livello nazionale che locale

“In questi ultimi due anni- dichiara Francesca Rispoli, ufficio Presidenza di Libera– si è riscontrata una crescente difficoltà nell’attivare forme di monitoraggio civico del Piano, in ogni sua fase. La negazione di un reale processo di consultazione e co-progettazione, ha rappresentato soltanto il primo passo di un cammino che, a più riprese, ha formulato e attuato le corrispondenti politiche come espressione di processi decisionali centralizzati e autoreferenziali. Oltre alle mancate risposte dei Governi (i due precedenti e l’attuale) alle richieste di maggior trasparenza e coinvolgimento diffuso formulate dai soggetti civici, è andato maturando un clima di insofferenza verso ogni tipo di supervisione e controllo esterno, tanto quello diffuso, che quelli di carattere istituzionale. Il decisionismo forzoso dell’esecutivo, dettato dalla paura delle scadenze incombenti, pare voler rifuggire dai lacci e lacciuoli – e dunque anche dalle responsabilità – della trasparenza e della verificabilità.”

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