Il ritiro del ricorso a Edison per la costruzione del terminale di Gnl non è una mossa intelligente né lungimirante da parte del sindaco di Brindisi. Sia perché con questa mossa mette una pietra tombale sullo sviluppo del porto e quindi della stessa città. Sia perché dimostra di non essere il primo cittadino di tutti, ma solo il sindaco di una parte della Città, il quale nega l’ascolto delle istanze di tutti i suoi concittadini che sul tema la pensano in maniera differente e che sono probabilmente molti di più di quelli che lo hanno eletto.
Una mossa contro quindi. Contro una parte di brindisini che la pensano in maniera differente e per quanto parte consistente di questa Città non vengono nemmeno ascoltati. Ma sopratutto una mossa contro l’infrastruttura più importante di Brindisi, il porto.
Un porto dalla storia millenaria che pochi possono vantare e che è sempre stato incrocio dei più svariati traffici, attività e culture e che dopo millenni di «onorata carriera» si vede degradato della sua polifunzionalità (la sua caratteristica più preziosa) e relegato a mera «stazione di servizio» per rifornimento di carburanti.
Una mossa miope, contro il porto stesso ed i suoi operatori che vedranno precludersi sempre più spazi di manovra per sviluppare un settore come la logistica, quello sì generatore di economie incalcolabili, di ricadute occupazionali importanti e di «lavoro buono».
Una scelta sbagliata e falsa per quanto ci si voglia nascondere dietro la «foglia di fico» del presunto «interesse nazionale» dal momento che altre Città come Napoli e Messina vi si oppongano fieramente e senza infingimenti perché contrari agli investimenti per lo sviluppo dei porti e per via dei rischi industriali e di rischio di incidente rilevante. E a Brindisi si compie proprio un «capolavoro» dal momento che si concede la costruzione di un impianto ad alto rischio di incidente rilevante in mezzo ad altri 11 impianti ad alto rischio di incidente rilevante. E dove per giunta per soli 50 metri cubi di capienza si permette di aggirare una Valutazione di impatto ambientale necessaria.
La Camera del lavoro di Brindisi ha sempre sostenuto di essere contraria all’allocazione in quel sito del deposito di Gnl, perché verrebbe sacrificata la vera occasione di svolta delle sorti del porto e del territorio: lo sviluppo della logistica.
Una scelta antieconomica perché l’investimento di Edison di circa 100 milioni di euro, rischia di annullarne l’effetto di un altro investimento da circa 70 milioni relativo al completamento dell’infrastrutturazione ferroviaria dello sporgente di Costa Morena est per renderlo una vera e propria piattaforma logistica. Quale senso ha piazzare il terminale a pochi metri di distanza dal binario?
A tal proposito ci stupiscono i silenzi degli operatori portuali che pure con la precedente Amministrazione avevano mostrato tutte le loro preoccupazioni per la progressiva riduzione dei loro spazi di manovra che potrebbero scomparire.
Alla luce di quanto accaduto sarebbe quanto mai opportuno che il sindaco spieghi quale sia la sua idea di sviluppo del porto da cui peraltro passa lo sviluppo della città.
Antonio Macchia
Segretario Generale
Cgil Brindisi