Il verbale di approvazione del bilancio 2022 della Brindisi Multiservizi somiglia tanto ad un necrologio. Ancor più se letto insieme ai bilanci del 2020 e 2021. 

Si certifica nel bilancio del 2022 che già nel 2021 si sarebbe registrata una perdita se non fosse stato per l’utilizzo di fondi accantonati per circa 170 mila euro.

Si omette di dire che anche nel 2020 furono utilizzati i medesimi fondi per circa 300 mila euro e che non sono stati contabilizzati ammortamenti nei due anni (2020 e 2021) per un totale di circa 500 mila euro.

In poche parole se non ci fossero stati i fondi e se le norme emergenziali previste per la redazione dei bilanci in periodo Covid, la BMS si sarebbe dovuta mettere in liquidazione.

Ma i segnali erano ben chiari da tempo; una gestione virtuosa dell’azienda capace di produrre reddito e servizi non è mai stata all’ordine del giorno della passata amministrazione (uno dei tanti motivi che mi hanno costretto a rassegnare dimissioni irrevocabili).

Piuttosto si è scelto un galleggiamento irresponsabile, per non decidere, contando su artifici contabili e su espedienti come il soccorso finanziario, vietato dalla norma, camuffato da “piano di rientro”, per ben 1 milione di euro, circa.

Senza contare il tentativo di ricorso all’anticipazione delle fatture emesse (factoring) verso il comune con l’ausilio di un istituto bancario. Una follia se si considera che se le fatture della BMS sono “liquidabili”, cioè se emesse per servizi realmente resi, il pagamento, da regolamento, viene effettuato immediatamente. E se la banca avesse accettato di sottoscrivere il contratto si sarebbe potuto materializzare il reato di danno erariale relativamente al costo per il servizio di anticipazione.

Sino ad oggi la BMS è stata abbandonata a se stessa in un inspiegabile ed ingiustificabile disinteresse tanto da non aver ricostituito il comitato di governance dopo le dimissioni, in aperto contrasto con l’amministratore della BMS e con il sindaco, della Consigliera di opposizione, avv. Lomartire, e tanto da consentire che ci siano dipendenti di serie A e serie B, con quelli di serie B costretti a campare con poco più mille euro al mese, nell’incertezza del proprio futuro.

Un’incertezza già chiara negli anni passati e solo ora, alla scadenza del mandato dell’amministratore e con il nuovo sindaco insediato da poco, messa nero su bianco nel verbale: “…. la ricostituzione del capitale, quale condizione essenziale per la continuità aziendale” e ancora si legge“…la mancata copertura immediata della perdita, pur essendo conforme alla legge, nondimeno priva la società di risorse finanziarie necessarie a far fronte ai debiti contributivi e fiscali, nonché nei confronti dei fornitori, con pregiudizio per la continuità aziendale”.

Già! perché la perdita ha eroso tutto il capitale sociale!!!!

Il ritardo nei pagamenti degli stipendi e l’insufficienza dei flussi di flussi di cassa, denunciata dal sindaco revisore, altro non sono che i sintomi e non la malattia che non si è mai voluto curare e che avrebbe avuto bisogno di cura coraggiosa ed immediata. 

Cinque anni trascorsi invano, quelli dal 2018 al 2023.

E anziché emulare ed imparare dagli esempi virtuosi di altre partecipate di altri comuni si continua a perseverare negli errori e navigare sotto la linea di galleggiamento, foriera di prossimo affondamento.

E da ciò che leggo, da ciò che ascolto, questa nuova amministrazione non ha ancora deciso di mettere mano alla questione BMS. 

Nel verbale solo proposte fumose: “nuove attribuzioni di servizi”; quali e con quali soldi? oppure “produzione di energia da fonti alternative”; con la captazione del gas della discarica di Autigno? con quali competenze? con quali investimenti? chi ci mette i soldi?

Insomma poche idee e confuse.

“Cronaca di una morte annunciata”? speriamo proprio di no! C’è in ballo il futuro di circa 150 famiglie.

 

Cristiano D’Errico ( commercialista – revisore legale )