La manifestazione svoltasi ieri nei giardinetti del porto ha ottenuto un grande successo. In piazza, oltre ai militanti di organizzazioni sindacali, associazioni e partiti, c’erano tanti brindisini che sono stanchi di subire scelte calate dall’alto e soprattutto di non poter incidere sul tipo di insediamenti che possono determinare reali condizioni di sviluppo.
 
Il punto di partenza su cui si è creato tanto consenso è quello di considerare assolutamente inadeguata e improponibile la localizzazione scelta per realizzare il deposito di GNL proposto da Edison. Un’area situata a ridosso della città, a poca distanza dal cono di atterraggio dell’aeroporto e in posizione troppo vicina ad altri impianti a rischio di incidente rilevante. A questo si aggiunge il fatto che sottrarre spazi così ampi alle attività portuali comporterebbe un danno incalcolabile all’economia di tale settore.
 
Detto questo, c’è un aspetto “politico” che va chiarito senza ombra di dubbio. La piazza di ieri sera non era e non deve essere considerata la “piazza di Riccardo Rossi” perché se oggi ci troviamo in questa situazione le responsabilità sono in campo essenzialmente proprio all’ex primo cittadino, autore di errori grossolani e fortemente penalizzanti, come quello di presentare pareri con l’avallo della Giunta comunale e non del Consiglio (e quindi ritenuti non validi) e di presentare un ricorso ad un Tribunale amministrativo non competente come quello di Lecce, vanificando la portata e l’efficacia del ricorso giudiziario. Un atteggiamento “timido” che Rossi ha avuto per mesi, con la speranza che il centro sinistra lo ricandidasse a sindaco della città. Poi la frattura ed oggi torna ad urlare nei microfoni il Rossi-ambientalista che da sindaco per cinque anni ha fatto proprio di tutto, fuorché creare i presupposti perché si realizzasse un cambiamento epocale del modello di sviluppo alternativo a quello dell’industria pesante.
 
Un atteggiamento pilatesco, insomma, che ha indotto in errore anche la sua ex maggioranza, trascinandola su binari di inefficienza e di totale immobilismo.
 
Ed al sostanziale “silenzio” tenuto per Edison si aggiunge quello (altrettanto imbarazzante) legato al deposito di carburanti Brundisium ed agli insediamenti proposti da A2A.
 
Un motivo in più perché non si commetta l’errore di considerare quella di ieri la sera la “piazza di Rossi”.
 
Lino Luperti