Dopo il fortunato debutto al Teatro Sociale dello scorso giugno, lo spettacolo verrà replicato giovedì 31 agosto al Chiostro dei Minori Osservanti
Lo spettacolo «Io sono Cyrano» torna sulle scene ed è pronto a conquistare nuovamente il pubblico.
Giovedì 31 agosto alle 21.30 i ragazzi della compagnia SenzaConfine saranno in scena al Chiostro dei Minori Osservanti in corso Vittorio Emanuale a Fasano nell’ambito della Rassegna Summer Kids, il cartellone di teatro per famiglie allestito dalla stessa compagnia fasanese di concerto con l’Amministrazione Comunale.
Il lavoro è frutto del progetto “FuTUra – Officine artistiche di formazione, produzione e messa in scena”, un laboratorio tenutosi durante il corrente anno accademico con la mission di coltivare i più fiorenti talenti di casa, e ha visto il suo debutto lo scorso giugno al Teatro Sociale.
Ed è proprio nella culla della cultura fasanese che si è tenuto il “battesimo del palco” per i giovani e aspiranti attori accompagnati da un padrino d’eccezione: il fasanese adottivo Ettore Bassi.
Lo spettacolo, ispirato e tratto dall’opera di Edmond Rostand, è diretto da Teresa Cecere e Davide Marzi, con le coreografie di Vito Alfarano.
In scena Maria Barnaba, Michele Conversano, Alessandra di Bari, Sandra di Gennaro, Beatrice Laera, Chiara Laghezza, Giada Legrottaglie, Eliana Lettera, Costantino Ricci, Ilenia Sibilio.
Note di regia
Savinien Cyrano de Bergerac è stato scrittore, filosofo, soldato, drammaturgo, intenditore di musica e scienza. La sua fervida immaginazione permeava la sua intera esistenza e si basava su un pilastro fondamentale: la ribellione. Nell’opera di Rostand, Cyrano fa della sua vergogna più dolorosa – quel celebre naso smisurato e bitorzoluto – la scaturigine di tutte le sue idiosincrasie verso la società di quel tempo. Leggendo i numerosi e infuocati monologhi all’interno del testo, ci accorgiamo che i nemici di Cyrano – l’ipocrisia, il servilismo, il nepotismo, l’omertà – sono obelischi rimasti immutati nel corso dei secoli. Non si può, quindi, portare in scena l’immortale spadaccino senza prima porsi una riflessione sul nostro tempo. La nostra vita è diventata un prodotto. L’immagine è un bene da monetizzare. L’esistenza è diventata una performance e i social ci hanno dirottato verso una vera e propria – passateci il termine – “esteticocrazia”. Ci siamo chiesti, quindi, contro cosa si scaglierebbe Cyrano de Bergerac, se vivesse oggi?
La riflessione ci ha portato ad un primo passo: confrontarci con la nostra vergogna. Cosa non sopportiamo di noi stessi? Ci siamo ascoltati, abbiamo condiviso i nostri lati più indigesti, e li abbiamo fusi insieme al testo originale. Il naso di Cyrano è diventato affine ai nostri attacchi di panico, al nostro pessimismo, al nostro sedere troppo grosso e al nostro peso forma, con cui non riusciamo a scendere a compromessi senza piangere davanti allo specchio.
Il secondo passo è stato scegliere di toccare stili teatrali diversi. Se questo personaggio senza tempo faceva dell’arte una delle sue ragioni vita spaziando dalla scrittura al teatro, passando per la filosofia e la satira, dovevamo farlo anche noi. Prosa, danza, versi, musical e reading, si abbracciano così, in una ritmata commistione di linguaggi.
Il terzo passaggio è stato definire un luogo. Per “luogo” non intendiamo solo luogo scenico ma anche stanza emotiva. Cyrano, non aveva il coraggio di dichiarare i suoi sentimenti alla donna di cui era innamorato, quindi scriveva lettere firmandosi con il nome di Cristiano, oggetto dei desideri della sua amata. Le lettere, che rappresentano per Cyrano sia maschera che mezzo, dovevano vivere in scena. Appese a mezz’aria perché sentirsi inadeguati vuol dire proprio questo: sentire di non appartenere a nessuna dimensione.
L’amore, quindi, diventa ancora una volta il dettaglio su cui costruire o far crollare tutto. Nella nostra epoca siamo diventati bravissimi a inviarci messaggi articolati, in cui ci sembra di rivelare il nostro intimo più profondo, eppure facciamo ancora più fatica, giorno dopo giorno, ad alzare gli occhi ed essere autentici. Da qui, la conclusione: siamo tutti cerchi imperfetti, siamo tutti Cyrano.
L’evento rientra nel cartellone teatrale dell’ATS Katharà nell’ambito del progetto di gestione del Teatro Sociale, in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese e con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Fasano.
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