Tolti i vincoli sulle dune “serve per proteggerle”, titola così l’articolo apparso sulla Gazzetta del Mezzogiorno che evidenzia come sia decaduto il no alle concessioni spuntando quindi sulle spiagge le passerelle. Un divieto, quello di inserire nelle concessioni demaniali anche i cordoni dunali – cosa vietata fino alla fine del 2022 – voluto ai tempi di Vendola per blindare alcuni elementi caratteristici del paesaggio costiero pugliese come le falesie, la macchia mediterranea e, appunto, le dune. Ma, si legge ancora nell’articolo, questo dietrofront sulle dune è stato causato dalle poche risorse che i Comuni hanno nel gestire il territorio e dove, a quanto pare, l’unico modo per garantire la manutenzione di queste aree è affidarle agli stessi concessionari dei lidi.

E la notizia non poteva certo lasciare indifferente la categoria dei geologi che sulla cura del territorio e dell’ambiente studiano e lavorano quotidianamente. Giovanna Amedei, presidente dell’Ordine dei geologi della Puglia (Org), si dice esterrefatta da quanto appreso, una decisione che oggi risulta ancora più pericolosa per la realizzazione di passerelle sopraelevate e piattaforme per permettere l’accesso alle spiagge libere e non; di fatto vengono eliminati i vincoli gravanti sui sistemi dunali e che ne consentono la loro salvaguardia e tutela.

Oggi le dune, che ricordiamo essere il risultato di lenti processi di accumulo ad opera del vento e delle sabbie trasportate dalle correnti marine lungo costa – ambienti di estremo valore geomorfologico, paesaggistico, naturalistico ed ecologico, rappresentano già ambienti relittuali poiché la stragrande maggioranza di esse sono state smantellate per contribuire allo sviluppo urbanistico/turistico dei territori. E le poche “sopravvissute” sono tuttora minacciate dall’azione antropica e dall’erosione dei litorali che, secondo l’ultimo rapporto Spiagge di Legambiente, in Puglia è aumentata di cinque volte nell’arco di 30 anni; un arretramento della linea di riva che è frequentemente associato proprio alla demolizione delle dune. I sistemi dunali costituiscono, infatti, allo stesso tempo un argine naturale alle acque alte, una protezione per gli ambienti di retrospiaggia e un accumulo di sabbia in grado di alimentare la stessa spiaggia e quindi di contrastare, in parte, proprio gli effetti dell’erosione.

Proseguendo Amedei ricorda quindi l’importanza della manutenzione, conservazione e valorizzazione di tali sistemi, che verrebbe sicuramente compromessa con l’eliminazione dei vincoli nonché con la costruzione di “nuove opere” quali passerelle e piattaforme, per l’appunto, che di fatto diventerebbero un “nuovo ostacolo” nella naturale evoluzione geomorfologica delle spiagge. Tali opere, infatti, potrebbero contribuisce alla riduzione dei sedimenti sabbiosi che consentono l’evoluzione delle dune, determinandone di fatto la loro erosione e questo ricordando come in passato la categoria dei geologi aveva già sollevato preoccupazioni circa la distruzione delle dune in occasione, ad esempio, dei concerti di Jovanotti su alcune spiagge regionali.

Per questo, conclude Amedei, come Ordine professionale ci impegniamo a far pervenire all’Assessore regionale al bilancio con delega al demanio, Raffaele Piemontese, e ai suoi uffici un documento tecnico che evidenzi l’importanza dei sistemi dunali e della loro conservazione strettamente legati ad altri ecosistemi quali gli ambienti umidi retrodunali, le lagune ed i laghi costieri, le praterie di Posidonia oceanica, tutti ecosistemi che, oltre alla funzione strettamente ecologica, hanno notevole valore economico, diretto ed indiretto, e soprattutto paesaggistico.