“Aver comunicato con un sms a 170.000 famiglie la sospensione del Reddito di Cittadinanza, in attesa di una eventuale presa in carico dei Servizi Sociali del Comune di residenza, ha gettato nella disperazione migliaia di persone e provocato un prevedibile caos con uffici comunali e sedi sindacali presi letteralmente d’assalto.
Una decisione sbagliata da parte del Governo Meloni, aggravata da una pessima comunicazione. Non si può scaricare tutto sui Comuni che stanno facendo il massimo, ma non hanno materialmente le risorse per far fronte a una simile situazione. Il tutto senza aver ancora attivato la piattaforma che dovrebbe servire per la gestione delle nuove misure, anche queste in alto mare. Ci sono nuclei familiari che hanno ricevuto la nuova Carta Acquisti, di ‘ben’ 382 euro per fare la spesa una tantum, di fatto senza poterla usare perché continueranno a percepire il Reddito fino a dicembre e altri che invece non percepiranno più il Reddito dal prossimo mese a cui non è mai arrivata. Al contrario della narrazione con cui si è voluta giustificare la scelta di abolire il Reddito di Cittadinanza, a tanti percettori quei soldi servivano per integrare stipendi con cui non riescono ad arrivare a fine mese. Le truffe, che nessuno nega, sono state meno dell’1% e si stava lavorando per migliorare il sistema dei controlli e l’incrocio tra banche dati. Per fare una battaglia ideologica contro il Movimento 5 Stelle, Fratelli d’Italia, Lega e gli altri partiti di maggioranza hanno deciso di fare una guerra contro i più fragili, come se la povertà fosse una colpa. E senza alcuna visione alternativa”. Lo dichiarano il capogruppo del M5S Marco Galante, il vicepresidente del consiglio regionale Cristian Casili e la consigliera con delega alla Cultura Grazia Di Bari.
“In Puglia – continuano i pentastellati – l’assessora Barone assieme ai suoi uffici sta lavorando per dare risposte immediate alle persone più fragili. Dal 2016 sono state accolte oltre 32.000 domande per il Reddito di Dignità, che prevede un’indennità economica mensile di 500 euro a fronte della sottoscrizione del Patto di inclusione e allo svolgimento delle prestazioni da questo previste. Una misura che si è evoluta per adeguarsi quelle nazionali e ora assieme all’assessorato al Lavoro si sta lavorando per un nuovo Red. I tavoli con tutti gli attori interessati sono già in fase avanzata, così da dare vita a un provvedimento per andare incontro a chi ha perso il reddito di cittadinanza ed è fuori dall’assegno di inclusione. Vogliamo fare la nostra parte anche in Consiglio regionale, chiedendo di audire l’Anci e sindacati per avere un quadro della situazione dettagliato e report da analizzare. In questo modo potremo capire quali azioni mettere in campo a tutti i livelli per non lasciare sole le persone più fragili e i Comuni”.